Sfigurata dalle bombe, ma Trump nega il visto per le cure a una ragazzina siriana...


Marwa al-Shekh Ameen ha già subito 13 operazioni per ricostruire petto e volto ustionato. In base al travel ban le è stato impedito di curarsi a Boston.


Una storia di quelle che fanno rabbrividire per la disumanità e l’odio dei nuovi potenti: una rifugiata siriana di 16 anni rimasta sfigurata in un bombardamento si è vista negare il visto per un trattamento medico negli Stati Uniti a causa del "Travel Ban" imposto dal presidente Donald Trump.
Dopo la fuga in Turchia, dove aveva ricevuto le prime cure, Marwa al-Shekh Ameen si era stabilita con tutta la sua famiglia in Germania, ma i medici tedeschi l'avevano incoraggiata a cercare trattamenti medici più sofisticati negli Stati Uniti.
La vicenda è stata raccontata dal quotidiano britannico The Guardian. La ragazzina si è sottoposta a 13 operazioni per curare il trauma causato da ustioni di terzo grado alla faccia, al petto e alle braccia.
L'ospedale pediatrico Shriners di Boston le aveva fissato un appuntamento a novembre 2018 e un'agenzia di volontari del Massachusetts si era offerta di procurare un alloggio temporaneo per lei e suo padre.

Il governo americano le ha però negato il visto il 20 dicembre, sostenendo che non c'erano prove sufficienti per dimostrare che la ragazza sarebbe tornata in Germania. Il Travel Ban vieta l'ingresso ai cittadini di alcuni Paesi a maggioranza musulmana, tra cui la Siria.
Un diniego che aveva scioccato tutti, dato che tutti i sei fratelli di Marwa, inclusa una gemella, i genitori, i nonni e gli zii si erano stabiliti in Germania e si erano ben integrati nella loro nuova casa vicino a Norimberga.
"Marwa e la sua famiglia erano devastate. Erano pieni di speranza che il visto sarebbe stato concesso. Marwa si è rattristata al pensiero che i diritti umani non contino più"", ha riferito lo zio Nael al-Shekh Ameen.

Lo zio ha raccontato che dopo il rifiuto del visto, la ragazza ha smesso di mangiare in maniera normale e si è sentita male a scuola e a casa. I medici tedeschi l'hanno fatta visitare in una clinica psichiatrica per lo stress legato all'impossibilità di avere la tanto agognata operazione di ricostruzione chirurgica. Il caso rievoca quello recente di una madre yemenita che ha ottenuto dagli Usa il visto per riabbracciare il figlio morente di due anni solo dopo che la sua vicenda ha ricevuto una risonanza internazionale. Dopo numerosi rifiuti, legati sempre al Travel Ban, la donna è riuscita a rivedere il piccolo una settimana prima che morisse...

(Globalist)

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