La paura dei deboli, l’arroganza degli ignoranti...


La paura dei deboli, l’arroganza degli ignoranti La tragicomica conclusione della vicenda Sea Watch è un ennesimo colpo alla credibilità – e quindi agli sviluppi futuri – dell’Unione Europea. I leader europei, ostaggio dei proclami di Salvini che pretendeva la chiusura dei porti italiani, si sono rimpallati fino all’ultimo la ripartizione.


di Massimo Nava
La paura dei deboli, l’arroganza degli ignoranti
La tragicomica conclusione della vicenda Sea Watch è un ennesimo colpo alla credibilità – e quindi agli sviluppi futuri – dell’Unione Europea. I leader europei, ostaggio dei proclami di Salvini che pretendeva la chiusura dei porti italiani, si sono rimpallati fino all’ultimo la ripartizione – parola orrenda, in relazione a esseri umani – di qualche decina di migranti. Si è perso completamente il senso delle proporzioni e della logica.
Il continente più ricco del pianeta, con oltre mezzo miliardo di cittadini, ha paura di accogliere qualche famiglia da settimane in balia delle onde. Si dirà che si temeva di introdurre un nuovo precedente o di fare un favore all’Italia, nella peraltro colpevole mancanza di accordi quadro o di revisione di inapplicabili accordi esistenti. Si dirà che la prudenza delle decisioni sia dettata dal comprensibile timore di flussi incontrollati.
Ma tutto questo si può solo definire come la più falsa e la più cinica delle fake news, distribuita a piene mani ad uso e consumo delle opinioni pubbliche interne per puro calcolo elettorale. Se è vero che negli anni scorsi ci sono state ondate migratorie, è anche vero che i flussi sono stati fortemente contenuti negli ultimi mesi, anche per effetto di maggiori controlli, di accordi con i Paesi di provenienza, di rimpatri forzati, di repressione del crimine organizzato.

Ma l’Europa, intesa come governi e classi dirigenti, continua ad avere paura. Una paura intossicata e amplificata dalla propaganda dei leader populisti, da un’informazione approssimativa e superficiale, a sua volta prigioniera dell’audience e del mercato. E’ evidente che fa più notizia la storia del nigeriano clandestino che stupra o ruba o uccide, delle storie di migliaia di nigeriani che raccolgono pomodori a due euro all’ora, ingrassando gli agricoltori bianchi.
E’ evidente che fa più notizia il Bullo in Maschera (copyright Giuseppe Verdi) Salvini con i suoi sproloqui sul fatto che la Cina si stia comprando l’Africa, sovvertendo il sistema coloniale degli europei. I cinesi fanno opere pubbliche, comprano materie prime, finanziano e ingrossano il debito dei Paesi subsahariani, sostengono governi spesso corrotti in cambio di appalti e contratti.
Tutto questo crea sviluppo e ricchezza, ma anche nuove disparità e nuove crisi e quindi nuove migrazioni.

Se la risposta dell’Europa restano la paura o il cedimento (come ha fatto la Francia di Macron) alle rivendicazioni populiste e alla violenza di piazza, non ci sono evidentemente molte speranze per il futuro. Vincono l’arroganza degli ignoranti, l’involontaria comicità dei ministri genere Toninelli, la comunicazione sul presente, senza capacità di immaginare il futuro, senza memoria del passato.
E’ del tutto evidente che i bisogni quotidiani, le difficoltà di parte della popolazione, l’impoverimento delle classi medie sono state le cause della crisi della politica, del successo dei populisti, della sfiducia verso le istituzioni, della paura degli altri.
Ma una classe dirigente degna di questo nome, la cosiddetta élite intellettuale, politica, economica, tanto contestata e disprezzata, dovrebbe avere il coraggio della verità e della pedagogia, dovrebbe raccogliere le energie residue per spiegare che di questo passo la distruzione dell’Europa è vicina e che il futuro sovranista che ci attende non è affatto radioso. Siamo nell’epoca distruttrice di tutti contro tutti, in attesa del Leviatano...


(RemoContro)

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