Il Viminale a caccia di scuse sulla Diciotti: "temevamo che ci fossero terroristi..."


L'ufficio marketing di Salvini ha messo in circolazione una velina imbarazzante per spostare l'attenzione dell'opinone pubblica e giustificare la richiesta di impunità.


Come dire? Vergognosi azrigogoli per cercare di mascherare la realtà: ossia che il ministro di Polizia (con la complicità o no del governo, ma ora non conta) ha sempre sbraitato sulla sua linea contro l’immigrazione, l’Europa e quant’altro per giustificare la mano dura.
E adesso, mentre si avvicina l’ipotesi che possa finire alla sbarra per sequestro di persona e aver abusato dei suoi poteri, Salvini la butta sul terrorismo e la criminalità, cercando alibi con l’appoggio dei suoi funzionari, che ovviamente non smentiscono il ‘capo’.
Così l’ufficio marketing che guida la distribuzione delle veline del Viminale ha fatto filtrare una ricostruzione che dovrebbe far ridere se non fosse qualcosa di estremamente preoccupante per la democrazia di questo paese.

Che hanno detto quelli dello staff leghista? “A bordo della Diciotti, la nave della Guardia costiera con a bordo 177 persone soccorse lo scorso agosto, c'era la possibilità che ci fossero infiltrazioni terroristiche e/o criminali
Lo hanno sostenuto funzionari del Viminale davanti ai magistrati siciliani, nell'inchiesta che vede indagato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, "anche se la ricostruzione del Tribunale dei Ministri non ne ha tenuto conto". 
Ovviamente è partita la campagna giudiziaria alla ricerca dell’impunità e per la criminalizzazione di quella che è stata definita una invasione di campo dei magistrati ‘di sinistra’ senza che il ministro ‘ridenv’ della Giustizia, Fofò Bonafede avesse la decenza istituzionale di respingere queste insinuazioni.

Ovviamente, se fosse minimamente vero quello che è stato detto, ossia che sui i migranti c’erano indizi tali da giustificare che avessero commesso reati o tentavano di commetterli, il Viminale avrebbe potuto sbarcare i poveri rifugiati e trattenere legittimamente i sospetti per 96 ore (48+48) come previsto dal codice di procedura penale.
Per questo si ipotizza l’abuso di potere e il sequestro di persona. Fosse stato un normalissimo fermo di indiziato di delitto l’inchiesta non sarebbe nemmeno cominciata…

(Globalist)

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