Il caso Battisti riapre le polemiche sui terroristi italiani latitanti all’estero...Chi sono...



Dopo l’arresto e l’estradizione di Cesare Battisti a tenere banco sono gli italiani latitanti all’estero, la maggior parte dei quali ex terroristi o persone condannate per i tristemente famosi anni di piombo.

È soprattutto la Francia il Paese che ha concesso “asilo” ai latitanti italiani tramite la “dottrina Mitterrand”, varata nel 1982 dall’allora presidente francese che si opponeva alla legislazione anti-terrorismo varata a suon di decreti negli anni settanta e ottanta dai governi italiani.

Chi sono i terroristi italiani latitanti all’estero: Giorgio Pietrostefani
Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta Continua, è stato condannato per l’omicidio Calabresi. Dal 2000 si è rifugiato in Francia.

Chi sono i terroristi italiani latitanti all’estero:

Enrico Villimburgo, ex brigatisti, è stato condannato all’ergastolo nel processo Moro e per gli omicidi di Bachelet, Minervini, Galvaligi. Dal 1982 si è rifugiato in Francia.

Sergio Tornaghi è stato un brigatisti della colonna milanese. Condannato all’ergastolo per l’omicidio del maresciallo Francesco Di Cataldo, è rifugiato in Francia.

Oscar Tagliaferri è stato un militante di Prima Linea ed è tutt’ora ricercato per omicidio, associazione sovversiva, rapina, violazione della legge sugli armi. Le ultime notizie su di lui lo vogliono in Perù.

Vittorio Spadavecchia, neofascista, è ritenuto il responsabile dell’assalto effettuato da un gruppo di camerati contro la sede romana dell’OLP. È fuggito a Londra due mesi dopo l’assalto, nel 1982.

Leonardo Bertulazzi è stato uno dei vertici della Brigate Rosse. Per 22 anni ha vissuto da latitante in Argentina. Arrestato, ha scontato solo 8 mesi di carcere nel Paese Sudamericano. Oggi vive a Buenos Aires.

Marina Petrella è una ex brigatisti, coinvolta nel caso del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro. Anche lei si è rifugiata in Francia, dove vive da donna libera grazie al presidente Sarkozy che bloccò l’estradizione per “motivi umanitari”.

Narciso Manenti è ritenuto uno dei responsabili dell’omicidio avvenuto a Bergamo nel 1979 del carabiniere Giuseppe Guerrieri: secondo l’accusa era a capo di un commando di Guerriglia Proletaria. Dopo l’omicidio ha trovato rifugio in Francia.

Alvaro Lojacono, brigatista, è coinvolto nella strage di via Fani e nell’omicidio del giudice Tartaglione. Oggi vive in Svizzera, ha un nuovo nome ed essendo cittadino elvetico non è estraibile.

Manlio Grillo è stato militante di Potere Operaio. Condannato per il rogo di Primavalle, è fuggito in Guatemala. Oggi ha un nuovo nome, Christian De Seta, e vive a Managua.

Simonetta Giorgieri è ritenuta una dei vertici della Brigate Rosse della Toscana. È stata condannata all’ergastolo per l’omicidio di Aldo Moro. Anche lei vive in Francia dagli anni ottanta.

Alessio Casimirri è stato un brigatista ed è stato condannato per la strage di via Fani. Latitante in Nicaragua, ha aperto un ristorante.

Delfo Zorzi è stato esponente di Ordine Nuovo, formazione neofascista. A lungo sotto accusa per la strage di piazza Fontana a Milano e piazza della Loggia a Brescia, da ormai quasi 30 anni vive in Giappone. Assolto da tutte le accuse in via definitiva, non è più latitante ed è imprenditore nel settore tessile.

Alcuni latitanti sono stati dichiarati morti presunti, come Franco Coda, uno dei fondatori di Prima Linea, che ha ucciso l’agente di polizia Fausto Dionisi.

Anche il terrorista rosso Maurizio Baldasseroni è fuggito in sud America senza dare più sue notizie. Nel 2013 il nipote che voleva vendere un appartamento a Milano intestato allo zio latitante ha fatto domanda di morte presunta, che per il momento è stata respinta...

(The Post Internazionale)

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