L'ecotassa colpisce i più poveri, gli stessi a cui il M5s vuole dare il reddito...


Spunta un emendamento alla manovra per un'ecotassa progressiva. Salvini non ne vuole sapere, i 5 Stelle ricordano il Contratto. Alla fine tutto rimandato.


"Sono assolutamente contrario ad ogni forma di nuova tassa su un bene già ipertassato in Italia", avverte il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini. Che cosa bolle in pentola?

Alla commissione Bilancio della Camera è spuntato a sorpresa un emendamento alla legge di bilancio che prospetta l'ipotesi di un'ecotassa sulle auto non elettriche. A quanto pare si potrebbe arrivare a pagare fino a 3.000 euro se si volesse immatricolare un’auto considerata inquinante. Al contrario, si premierebbe la virtù: fino a 6.000 euro di incentivi per vetture con emissioni scarse o modeste.

Il ministro leader della Lega non pare essere d’accordo: "Se ci sono bonus per chi vuole cambiare, benissimo. Ma non penso che ci sia qualcuno che ha un euro3 diesel per il gusto di avere la macchina vecchia, evidentemente non ha i soldi per comprarsi la macchina nuova".


Pare allora aprirsi una nuova crepa nell’intesa di governo. Laura Castelli, esponente del M5S e sottosegretario all’economia, assicura invece che il governo non eliminerà la tassa sulle auto più inquinanti.

"La volontà del governo è quella di tenerla. È nel contratto di governo. Le persone meno abbienti non sono colpite", afferma di fronte alla Bilancio, "C'è stato un dibattito mediatico, ma penso che la norma non sia stata letta in maniera approfondita. Non colpisce né chi ha un'auto vecchia né chi acquista un'utilitaria di piccola cilindrata”.

L’intervento non basta a prevenire gli attacchi delle opposizioni. “Il Movimento Cinque Stelle si dimostra ancora una volta orientato ideologicamente alla formula ‘più tasse’ a carico dei cittadini. Anche solo aver immaginato di introdurre un nuovo balzello sulle automobili prodotte in Italia è, infatti, sintomatico di quanto sia superficiale e approssimativo l’approccio, sia alle politiche economiche, sia alle politiche ambientali, da parte degli esponenti pentastellati”, sottoloineano Claudia Porchietto e Carlo Giacometto, deputati di Forza Italia.

Il clima si fa pesante, tanto da costringere ad un intervento lo stesso Luigi di Maio. "In manovra è passata una norma, un bonus per le auto che inquinano meno. Non solo quelle elettriche, ma anche quelle a metano e quelle ibride - spiega Di Maio - per fare questo abbiamo inserito il meccanismo del bonus malus per le auto che si comprano nuove. Per le vecchie auto non c'è alcuna tassa. Se vado ad acquistare una nuova macchina, e il discorso vale sia per auto a metano, ibride o elettriche ci sono degli sconti fino a 6.000 euro".

Afferma ancora Di Maio, e non è cosa da poco: "Questa norma è passata così in legge di bilancio ma si può migliorare al Senato”. Stiamo tranquilli, insomma, si può rimediare.

In realtà alcune parti sociali tranquille non lo sono per nulla.

Si tratta di una nuova tassa sull’automobile che non è un bene di lusso ma uno strumento necessario nella vita quotidiana di milioni di cittadini",  afferma in una nota l'Unione petrolifera.

"L’Italia ha bisogno della sua industria e di energia per crescere. Non possiamo condividere scelte ideologiche che non siano supportate da valutazioni oggettive e complete su tutta la catena del valore", fa eco Confindustria Energia.

Così alla fine della giornata arriva un’altra rassicurazione, a firma del premier Giuseppe Conte.

"Abbiamo deciso di effettuare un supplemento di riflessione e quindi abbiamo rinviato nei prossimi giorni, come sapete c'è ancora tempo", assicura. Sì, c’è ancora tempo. Intanto c’è una decisione in più da prendere...

(Globalist)

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