Più forte degli insulti e delle menzogne: ora Josefa è tornata a sorridere...


Due giorni in acqua acconto ad una donna e il suo bambino annegati, Poi il salvataggio a opera di Open Arms. I fascio-razzisti dissero che era tutta una messinscena.

                                                             Josepha e Oscar Camps di Open Arms


Insultata, fatta passare prima come un manichino, poi come una falsa naufraga, attrice di una messinscena ‘buonista’ perché aveva lo smalto rosso alle unghie, cosa che non poteva essere possibile se fosse stata davvero due giorni nell’acqua. Pazienza se le volontarie avevano spiegato per lungo e per largo che lo smalto le era stato messo quando era nella nave insieme ad altre attenzioni per aiutare a superare lo shock di aver rischiato di morire e aver visto una donna e il suo bambino annegare accanto a lei.

Ma si sa: i fascisti, sovranisti e pataccari che popolano il web conoscono solo il dio unico della Menzogna e nel nome del razzismo si sentono autorizzati a propalare qualsiasi nefandezza.
Adesso Josefa è tornata a sorridere: fu recuperata a metà luglio, dopo 48 ore trascorse tra le onde del Mediterraneo. Gli operatori di Proactiva Open Arms che la salvarono non possono dimenticare il suo sguardo: quegli occhi spalancati nel vuoto immortalati in quella che fu la foto simbolo di quell'ennesimo naufragio. Erano l'urlo muto di Josefa, la migrante del Camerun, in viaggio verso la speranza e strappata alla morte. Oscar Camps, il fondatore della ong spagnola, twitta, a cinque mesi da quel salvataggio, lo sguardo rasserenato e soprattutto il sorriso di Josefa. 
"#Josefa - si legge nel post che accompagna la nuova foto - è tornata a sorridere e questo mi restituisce il senso del nostro lavoro". Con l'affondo a Salvini e alla politica dei porti chiusi: "Ognuna delle vite che @openarms_fund ha salvato in questi anni è un pezzo di quella umanità che alcuni vorrebbero cancellare"...

(Gloobalist)

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