Tregedia a Bangkok: un kickboxer di 13 anni muore dopo essere finito ko...


Il ragazzino è stato duramente colpito e ha avuto un'emorragia cerebrale. In Thailandia nuovamente polemica per i giovanissimi avviati a uno sport così violento.


Non è la prima volta che le polemiche riguardano l’uso (anzi l’abuso) di pugili giovanissimi mandati sul ring a massacrarsi a beneficio del business.
Così un ragazzino di 13 anni è morto per emorragia cerebrale dopo essere stato duramente colpito durante uno scontro.
La tragedia, avvenuta lo scorso sabato durante un evento sportivo nel sobborgo di Samut Prakarn, ha scatenato un dibattito sugli incontri infantili largamente diffusi a livello nazionale.
Se da una parte i legislatori - riporta il New York Times - stanno valutando un divieto per gli incontri ai minori di 15 o addirittura 12 anni, dall'altro vi è la strenua opposizione del mondo della kickboxe.
«Se non possono fare pratica da ragazzi, come potremo un domani avere dei campioni?», si chiede l'avvocato di diversi team competitivi Sukrit Parekrithawet, «chi pensa a una legge del genere non sa niente del muay thai: noi le chiamiamo “ossa da boxe” e bisogna farsele sul ring, sin da giovanissimi».
Soprattutto nelle aree rurali quello degli incontri giovanili è un modo per i giovani atleti per sostenere economicamente le proprie famiglie, sperando poi di sfondare.
Stando a Parekrithawet «quello che è accaduto al ragazzino è una cosa unica e mai capitata prima, alla base della tragedia ci sono una grande quantità di fattori e l'età non è semplicemente uno di quelli critici. In primo luogo l'arbitro è stato troppo lento a dare lo stop e poi sul posto non c'era nemmeno un dottore pronto a intervenire, che è una cosa rarissima»...

(Globalist)

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