Il dolore in attesa del suo Natale: noi vogliamo chiamarla Maria...


Il suo travaglio a Tijuana e la sua determinazione ad andare avanti sono per noi l'annuncio di una Natività che i consumi hanno scelto di evocare, invece, con cataste di panettoni.


Onofrio Dispenza
Una donna migrante in stato di gravidanza, una delle tante donne della carovana che dal Salvador è in viaggio, a piedi, verso gli Stati Uniti. La carovana è fronteggiata dalle forze di polizia, negli attimi di tensione la donna sviene. La gravidanza inoltrata pesa, ma più che una remora a mettersi in viaggio, la creatura in grembo è stato un motivo in più per partire, per provarci.
A dare forza alla donna, l'idea che la sua creatura possa riuscire a nascere negli States. Siamo a Metapa, in Messico. Da una parte uomini donne e bambini, dall'altra la polizia in assetto antisommossa, che prova a non farli avanzare, a spingerli indietro. Tentativo vano, come fermare il mare che avanza verso la riva, come provare a frenare la Storia.

La foto è stata scattata in uno dei tanti varchi provati dalla fiumana umana che come ultimo ostacolo, alla fine, avrà il muro di Trump.
Siamo a Metapa, dicevamo, in Messico. Dopo il Messico, gli Stati Uniti. Poco conta la fatica inumana delle miglia alle spalle, delle altre ancora da percorrere. Poco importa che il muro di Trump renda tutto maledettamente impossibile. Si va avanti, anche col pancione. E se poi il figlio nasce lungo la strada, si farà come fece la madre del figlio di Dio.

La foto è di Alkis Konstantinidis per l'agenzia Reuters. Lo diciamo perchè il racconto più bello e drammatico di questa pagina di storia lo hanno fatto, e continuano a farlo, gli scatti dei fotografi che lavorano per le agenzie. Dietro le grandi agenzie - va ricordato - ci sono loro, coraggiosi, sensibili, spesso non pagati come richiederebbe l'impegno per testimoniare la storia con tante piccole storie.
E Globalist, che di questo racconto per immagini vi ha reso partecipi, oggi sceglie questa foto per dirvi che questa donna, il suo travaglio, la sua smorfia di dolore, e la sua determinazione ad andare avanti sono per noi l'annuncio di un Natale che i consumi hanno scelto di evocare, invece, con cataste di panettoni e pandoro nei supermercati, con addobbi anzitempo, con una marea di inviti a spendere, a comprare soprattutto il superfluo.
Se proprio Natale si deve già annunciare, noi scegliamo di farlo con lei, donna incinta della quale non sappiamo il nome e che abbiamo voluto chiamare Maria...

(Globalist)

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