Salvini smonta farsa Di Maio, Europa scarica Conte, ultimatum Ue sulla Manovra, spread a 340. Dramma Italia è cominciato...



di Lucio Fero
Salvini smonta farsa Di Maio. Di Maio aveva denunciato “manine” nemiche e oscure. Manine che, a sua insaputa, avevano truccato il Decreto Fiscale, infilandoci dentro quel che non c’era. Ad esempio il salvacondotto penale per chi aderisce al Condono. Di Maio aveva detto che al Quirinale era stato mandato un testo di Decreto artefatto. Subito il Quirinale faceva sapere che non era arrivato nessun decreto. Ma questa smentita di fatto era nulla per Di Maio in confronto a quanto Salvini gli avrebbe detto poche ore dopo.

Eccolo Salvini: “Io mantengo i patti, non si può ricominciare da capo. Non ci sono alieni, complotti e scie chimiche, il Decreto fiscale resta quello, l’abbiamo approvato tutti insieme”. Con sarcasmo Salvini (le scie chimiche… ) ha detto a tutti che quella di Di Maio è una sceneggiata, una farsa. Una farsa per scaricarsi dalla responsabilità di aver approvato un condono fiscale che è l’esatto contrario di quanto giurava M5S quando non era al governo.

Una farsa spiegavano i parlamentari leghisti: Di Maio c’era quando si decideva e il testo che Di Maio dice contraffatto è la traduzione esatta delle intese di governo. A Di Maio che esigeva un Consiglio dei Ministri riparatore, che riscrivesse il Decreto, Salvini rispondeva duro che non c’era bisogno di nessun Consiglio dei Ministri. Allora Conte cercava di soccorrere Di Maio: “Il premier sono io e lo convoco io il Cdm”. Non per venerdì come voleva Di Maio ma per sabato.

Ancor più dura la reazione di Salvini: “Non vado a nessun Consiglio dei Ministri”. Poche ore e tutta la Lega dichiarava con politica solennità: Se Salvini non va al Cdm, a quel Cdm non ci sarà nessun ministro della Lega”. Una minaccia di ritiro della delegazione della Lega al governo. a Conte sfuggiva dalle labbra la parola crisi, crisi di governo. Fosse anche solo per dire che sarebbe “irresponsabile”.

Nello scontro frontale tra Di Maio e Salvini qualcuno si farà male. L’uno o l’altro. A farsi male potrebbe essere perfino il governo tutto.

L’Europa nel frattempo scaricava Conte. Non l’Europa dei funzionari non eletti. A scaricare Conte era l’Europa dei leader eletti tali dai loro elettorati. Più duro di tutti l’austriaco Kurtz: “Nessuna comprensione, non pagheremo  per i debiti elettorali dei populisti italiani”. Kurtz, i governi sovranisti d’Europa non appoggiano e non difendono l’Italia. In nome del nazionalismo economico ogni sovranismo pensa solo e soprattutto a se stesso. Il fronte sovranista in Europa declina paese per paese il “prima noi”. E non è disposto a rischiare un euro per il governo italiano. E questi dovevano essere gli alleati dei Salvini e Di Maio. I leader dei governi che Salvini e Di Maio dichiarano di voler abbattere erano formalmente più educati e meno sprezzanti. Da Bruxelles riuniti in vertice si limitavano a fa sapere a Conte che non credevano a un solo numero della manovra italiana.

Conte era andato a Bruxelles facendo mostra di un conclamato: li convinco io. Gli hanno detto in faccia che non ha convinto nessuno, leader per leader lo hanno scaricato al peso delle sue scelte e responsabilità. Tutti, non solo Macron e Merkel, i “cattivi”.

Stesse ore, a Roma c’è il commissario Ue Moscovici. Soprattutto a Roma arriva la lettera della Commissione Ue. Eccoli i burocrati secondo Salvini e Di Maio. Scrivono nella stessa lingua dei leader eletti. Scrivono di una manovra italiana che “porta una deviazione mai vista”. Deviazione non da quello che facevano Monti o Renzi. Deviazione da quanto promesso, deviazione dagli impegni italiani presa giugno da Conte, Salvini, Di Maio.

Di qui l’ultimatum: rispondete entro lunedì a mezzogiorno, poi martedì sarà presa la decisione della Commissione Ue. La strada è spalancata per una Commissione Ue che respinge la manovra italiana. Un respingimento formale della Manovra italiana non è atto burocratico di cui ci si possa infischiare. Significa subito fatica e dolori finanziari grossi, a partire dalla prossima settimana. Significa comunicare ai mercati e ai risparmiatore che se l’Italia insiste, allora l’Italia resta sola.

Tutto questo lo spread lo registrava a fine seduta: 325 punti, decennale Btp paga interesse 3,6 per cento. Un altro punto percentuale di interesse e a quota 4, 6 circa il bilancio italiano comincia a sballare. E l’Italia si avvicina al confine della crisi di liquidità. E la mattina del giorno dopo (19 ottobre) lo spread è già salito a 340.

Dallo smontaggio della farsa di Di Maio ad opera di Salvini fino all’inizio del dramma italiano in una sola giornata. Il dramma Italia va a cominciare, non è una previsione. E’ cronaca ufficiale. E’ nelle parole contrapposte di Salvini, della Lega, di Di Maio. E’ nei numeri della manovra e dello spread. E’ nei buchi di bilancio e nelle mancate coperture. E’ nella confusione, nella maionese impazzita di una propaganda eterna che divora se stessa. E’ nelle parole dei leader di governo, mondialisti o sovranisti che siano. Tutti, da Macron a Kurtz che tutti fanno muro e non sponda all’Italia.

Solo uno continua nella recita, non è stato avvertito, non gli è stato spiegato che non è giornata. Toninelli vede sulle tribune del pubblico della Camera un gruppo di studenti e insegnanti e che gli viene in mente? “Essere criticati da questi che vi hanno rubato il futuro, il vostro futuro è un onore”. la storia, grande e piccola, sempre un po’ si diverte e sempre nel dramma inserisce piccole farse e relativi protagonisti...

(blitz quotidiano)

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