L'ascesa di Bolsonaro e il Carnevale di Rio che diventa una parata nazista...


Il Brasile a breve diventerà uno specchio di ciò che i neofascisti di tutto il mondo cercano di fare, con l'appoggio soprattutto dei più giovani.


Giuseppe Cassarà
Il mondo non sta prendendo con la giusta serietà l’ascesa di Bolsonaro in Brasile. Certo, le sinistre di tutto il mondo (o ciò che ne rimane) stanno tremando come conigli, incapaci di reagire all’ondata buia che ha colpito il mondo lasciando solo qualche porto franco qui e là. E certo, chi si ricorda le dittature del secolo scorso non può fare a meno di sentirsi disgustato da Salvini che dà l’endorsement a uno che qualunque cosa dica è un insulto alla decenza umana (“non ti stupro perché non te lo meriti” ha detto questo rifiuto umano a una parlamentare, roba da far impallidire il coro anti-Napoli di Salvini). Ma i più giovani, ossia la stragrande maggioranza degli elettori di Bolsonaro in Brasile, sono praticamente abbandonati a loro stessi, in un vuoto politico e storico che lascia ampissimo margine alle destre più estreme. E nessuno di loro si rende minimamente conto del mondo che stanno aiutando a costruire.

In un bellissimo reportage su Internazionale, il giornalista Christian Raimo dipinge un ritratto del neofascista da giovane. Analizzando i luoghi di ritrovo della Capitale, Raimo si accorge e spiega di come il fascismo stia usando le armi della moda per attecchire nelle menti più giovani, che sia il giubbetto nero Pivert o la testa rasata, puntando all’omologazione attraverso uno stile condiviso, che poco o nessuno spazio lascia all’estro individuale.

D’altronde, il mondo che il fascista medio sogna è una gigantesca parata al passo dell’oca, una perenne commemorazione delle glorie passate, una marcia funebre in cui gli eroi vengono abbracciati dal tricolore e gli occhi colmi di lacrime di commozione sono puntati al cielo verso le bandiere sventolanti. Il diverso, la devianza, l’alternativo: questi concetti sono il male per il fascismo, perché conducono dritti dritti, il Duce non voglia, al pensiero critico, all’individualismo, all’autodeterminazione. Il colore, la musica, la confusione, la libertà di sfilare per strada sventolando una bandiera arcobaleno, tutte queste conquiste della libertà occidentale sono da aborrire e soffocare. E quando il Carnevale di Rio si sarà trasformato in una parata fascista, sapremo che hanno vinto loro.

Questo è il mondo che si sta preparando in Brasile. Questo è il mondo che questi maledetti fascisti sparsi nei governi di mezza Europa stanno tentando di costruire. E siamo noi, tutti noi, ad averglielo permesso. Il menefreghismo con cui i più giovani aventi diritto di voto si bevono le menzogne del neofascismo ci sta trascinando dritti ne baratro. E certo, si dirà che il fascismo è una moda vittima dell’irruenza della gioventù. Che le mode passano, prima o poi. E sarebbe anche vero, in un mondo in cui è consentito cambiare e innovarsi. Ma visto che siamo ostaggi di gentaglia che vive secondo dettami di oltre cinquant’anni fa, non sarei così sicuro che questa sia una moda passeggera...

(Globalist)

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