Enrico Esposito, il nuovo simbolo del Governo della Demenza: "non ero io, ma il mio alter ego"...


L'avvocato scelto da Luigi Di Maio per il Mise e colpevole di aver pubblicato tweet omofobi e sessisti si difende così: era un mio alter ego, Gianni il Riccone.



Giuseppe Cassarà
Adesso basta.
Non possiamo tollerare un tale livello di beceraggine, un tale insulto alla nostra intelligenza. Ora Enrico Esposito, l'avvocato amichetto del Ministro della ridicolaggine Di Maio, che il mitico Giggino ha messo al Mise con un incarico da 65mila euro l'anno - tanto perché stiamo dalla parte del popolo - a giustificazione degli insulti sessisti e omofobi che ha pubblicato su Twitter se ne esce con la più assurda, la più inconcepibile delle scuse: "era satira".

'Avevo creato un personaggio radiofonico, chiamato ‘Gianni il Riccone‘, che impersonava il mio alter ego razzista, omofobo, sessista e addirittura antimeridionale', ha scritto Esposito su Facebook. Bene, caro Enrico, anzi caro Gianni, ti spieghiamo un paio di cosette:

1. L'omofobia e il sessismo non fanno ridere. Lo farebbero, in un paese popolato da persone civili dove non viene uccisa e stuprata una donna ogni 2 ore e dove un omosessuale è libero di camminare per strada senza il rischio di essere picchiato. Ma siccome in questa Italia dei sogni, grazie a gentaglia come te, non ci viviamo, le tue battute fanno ridere solo i trogloditi.

2. Quei tweet sono firmati da te: quando e come avremmo dovuto capire che erano a firma di Gianni il Riccone? - tra l'altro, bel nome, complimenti -. Ti spieghiamo in due righe come funziona la creazione di un alter ego: dal latino alter, altro, e ego, io, altro io. Quindi un altro nome, un'altra identità, che nasconda chi sei veramente. Hai presente Batman e Bruce Wayne? Ecco, quella cosa lì. Ora, Batman non pubblica su twitter 'Io sono Batman' firmandosi Bruce Wayne, perché sarebbe quantomeno da idioti. O no?

3. Voi dannati grillini e questa vostra incapacità di chiedere scusa vi rende, reggetevi forte, in tutto e per tutto uguali al Pd di Matteo Renzi che tanto odiate. Nessuno pretende che siate perfetti: l'errore, per quanto becero, ce lo aspettiamo da tutti coloro che intraprendono la nobile professione politica. Ma, dannazione, chiedi scusa! Non urlare alla macchina del fango, o al complotto, o alle fandonie che quelli del Movimento inventano costantemente per giustificare la loro triste esistenza. Hai scritto che le quote rosa tolgono le mignotte dalla strada. Hai scritto che in un paese normale Vladimir Luxuria sarebbe in galera. Bene, caro Gianni il Riccone, in un paese normale in galera ci andresti tu, e tutti quelli come te. Ma invece, pensa un po', viviamo in Italia e certi personaggi ce li dobbiamo tenere al governo. A 65mila euro l'anno.

Enrico, non avercene a male, ma il nostro alter ego ti dice una cosa: ma perché non ti vai a nascondere?...

(Globalist)




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