Bambini in carcere - In Italia sono 62 i piccoli da 0-3 anni dietro le sbarre con le loro mamme...


In Italia sono 62 secondo  i dati del ministero della Giustizia aggiornati al 31 agosto 2018. Tutti molto piccoli, tutti costretti a vivere una parte dell'infanzia in maniera diversa dai loro coetanei. Possono giocare, se vogliono, nelle sezioni nido, e possono avere la loro mamma accanto, ma con lei condividono la privazione della libertà, quasi come se stessero scontando una pena, per un reato mai commesso.


Giovanni Paolo Ramonda presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: «Mai più bambini in carcere. Quella di Rebibbia è una tragedia annunciata. C'è estremo rischio per i bambini in carcere. I piccoli fino a tre anni possono essere accolti nelle case famiglia». Lillo De Mauro, presidente della Consulta penitenziaria concorda: «C'è una legge del 2011 ma non si è fatto quasi nulla».

Riferendosi alla notizia della detenuta del carcere romano di Rebibbia che ha tentato di uccidere i suoi due figli: uno, un neonato di sette mesi è morto, l'altro, un bimbo di due anni, è in codice rosso e ricoverato al Bambin Gesù, Giovanni Paolo Ramonda presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII dice: «Mai più bambini in carcere: sono troppi i bambini che continuano a vivere dietro le sbarre con le loro mamme. Gli Icam, istituti a custodia attenuata, sono una soluzione intermedia ma non rispondono al bisogno fondamentale di un bambino di crescere in un ambiente familiare, con le stesse opportunità di crescita dei coetanei. Esistono case famiglia adeguate per accogliere i bambini con le loro mamme. Anche nell'ultima campagna elettorale abbiamo proposto ai politici di togliere questi piccoli senza alcuna colpa dal carcere. Tutti gli psicologi concordano che i primi tre anni di vita del bambino sono fondamentali per la sua crescita equilibrata. Non occorre essere esperti per comprendere che il carcere non è il luogo idoneo in cui crescere i bambini, dunque chiediamo che le mamme con bambini più piccoli di 3 anni siano accolti presso le case famiglia»

Lillo De Mauro, presidente della Consulta penitenziaria, conosce bene la struttura e gli operatori e ribadisce a Radio Capital: "Non c'è stata mancanza da parte loro, sono sensibili e accorti. Il problema è che continuiamo a tenere mamme e bambini in carcere. Questo non può produrre niente di positivo. Lo stabilisce una legge del 2011 la n. 62". E aggiunge: "Dirigo l'unica casa protetta di Roma che era prevista da questa legge. Ospita 4 madri eppure ha 6 posti, mentre in carcere ce ne sono 14. C'è qualcosa che non funziona".


(Fonte: Huffpost - Vita)

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