Migranti, la drammatica crisi in America Latina: "è come nel Mediterraneo"...


Oltre 2 milioni di persone in fuga dal Venezuela. Il Brasile manda l'esercito al confine e limita gli ingressi, il Perù proclama l'emergenza sanitaria. L'Onu istituirà un team speciale per la crisi.


Una situazione drammatica, vista anche in altre parti del mondo, in particolare nel Mediterraneo. E' l'allarme lanciato dall'Onu sulla crisi del Venezuela che rischia di destabilizzare parte del Sudamerica. Una crisi politica ed economica che ha causato razionamenti di cibo e medicinali e che ha spinto circa 2,3 milioni di persone a lasciare il Paese.
Il presidente del Brasile, Michel Temer, dopo aver ordinato una mobilitazione delle forze armate nello Stato settentrionale di Roraima per proteggere la frontiera con il Venezuela, da cui sono arrivate in pochi giorni decine di migliaia di profughi, ha annunciato delle misure per limitare gli ingressi nel proprio territorio di cittadini venezuelani. Ai valichi di confine potrebbe essere utilizzato un sistema di registrazione che limiti gli accessi a 100-200 al giorno, invece degli attuali 700-800.
"Quanto sta accadendo in Venezuela - ha detto Temer - è inaccettabile. Sta turbando l'armonia dell'intero continente e minaccia l'armonia dell'America latina perché tocca le frontiere di molti Paesi".

Il Perù ha dichiarato un'emergenza sanitaria di 60 giorni nelle aree di confine con l'Ecuador, per il rischio, in termini di salute e igiene, rappresentato dall'aumento dei flussi migratori dal Venezuela. La richiesta è arrivata al governo nazionale dalle amministrazioni locali e dalla Protezione civile, dopo l'arrivo di migliaia di cittadini venezuelani nei giorni precedenti al 25 agosto, data in cui è stato poi introdotto l'obbligo di esporre il passaporto, e non più solo la carta di identità, per entrare in Perù.
Lo stato di emergenza sanitaria autorizza le amministrazioni regionali interessate e vari ministeri ad attuare azioni immediate, necessarie ad affrontare una possibile crisi. Il Perù è il secondo Stato che ospita più migranti venezuelani, con circa 400mila arrivi nel corso dell'ultimo anno. Il governo di Lima ha comunque disposto una deroga alla richiesta di passaporto nei confronti delle donne incinte, degli anziani oltre i 70 anni di età e i minori che vogliano entrare in Perù per riunirsi alle famiglie.
Il primo Paese a inasprire le misure per gli ingressi, con la procedura del passaporto alla frontiera, è stato l'Ecuador, allarmato dal crescente flusso di persone in fuga dal Venezuela. La misura è stata revocata quando il governo ha annunciato l'apertura di un 'corridoio umanitario' per permettere a centinaia di migranti venezuelani di raggiungere il confine con il Perù. Sono oltre 420mila i migranti venezuelani che quest'anno sono entrati in Ecuador la maggior parte dei quali diretti verso il Perù.

L'allarme dell'Onu
"Si sta arrivando a una crisi che abbiamo visto in altre parti del mondo, in particolare nel Mediterraneo". Questa la denuncia di Joel Millman, portavoce dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni. "I flussi ingenti di migranti dal Venezuela verso gli altri Paesi vicini, come anche le recenti violenze al confine con il Brasile - ha detto Millman - sono il campanello d'allarme che la regione ha bisogno di aiuto. Una situazione difficile può trasformarsi molto velocemente in una situazione di crisi e dobbiamo essere pronti".
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha intenzione di istituire un team speciale per coordinare una risposta regionale alla crisi, mentre l'Ecuador, a settembre, ospiterà un summit di 13 Paesi della regione...

(Globalist)

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