La bella storia di Sophie che produce farine fortificate e sfama i bambini del Sahel...


Burkinabé, 63 anni e un'esperienza nella ristorazione, Sophie produce e vende alimenti essiccati per favorire il consumo di prodotti locali e combattere la crisi alimentare.


Burkinabé, 63 anni e un'esperienza nella ristorazione, Sophie Minoungou ha deciso di produrre prodotti alimentari essiccati. “Le persone che mi erano vicine mi credevano pazza. Dicevano che ero posseduta. Ogni notte perdevo ore a pensare a cosa creare. Di giorno mettevo in pratica le mie idee, sperimentando le cose più insolite”, racconta. È nata così “Faso Ribo” (in lingua djoula significa “il cibo della patria”), realtà gestita da Sophie insieme alla figlia Ines che ha ricevuto riconoscimenti dall'Unesco e dall'Organizzazione africana della proprietà intellettuale. Grazie al progetto di Gvc sostenuto da Echo (European civil protection and humanitarian aid operations), le prime 2 tonnellate di farine fortificate prodotte da Sophie e Ines saranno distribuite alle famiglie di 650 bambini tra 6 e 23 mesi della provincia di Soum, in Burkina Faso.


Il nome scelto da Sophie per la sua attività sta a indicare la volontà di invitare tutti a consumare prodotti locali. È questa la chiave per sostenere l'economia del Paese. Gli effetti della crisi alimentare e della siccità che colpisce l'area del Sahel e, in particolare Burkina Faso, Niger e Mali, però si fanno sentire aumentando i prezzi e riducendo il potere di acquisto dei singoli. “Nel triangolo Burkina Faso-Niger-Mali, i centri di salute chiudono, il personale fugge, 1.200 scuole non sono rimaste aperte fino alla fine dell'anno scolastico, lasciando quasi 300 mila bambini senza insegnamento – racconta Silvia Pieretto, responsabile Paese di Gvc in Burkina Faso – In Burkina Faso l'acqua manca, il raccolto e il foraggio per il bestiame sono scarsi, i pastori hanno iniziato gli spostamenti stagionali con 4 mesi di anticipo: un record negli ultimi 30 anni”. Per questo, Gvc sta distribuendo alimenti arricchiti, come le farine fortificate prodotte da Sophie, buoni alimentari e denaro per le famiglie più a rischio con bambini piccoli o donne che allattano o in gravidanza. In questo modo favorisce l'economia locale: le farine fortificate vengono prodotte in loco e i buoni sostengono i piccoli commercianti e agricoltori.

Nel Sahel si stima che il numero di persone che, a breve, avrà bisogno di un aiuto per fronteggiare la crisi alimentare possa aumentare fino a raggiungere i 6,5 milioni. In Burkina Faso si è già triplicato rispetto all'anno scorso. In tutto il Sahel cresce il rischio di conflitti per il controllo di terra e risorse. L'area accoglie 293 mila sfollati interni e 718 mila rifugiati. (lp)

(Globalist)

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