Bergamo, due neonate morte di pertosse: le mamme non erano vaccinate...


Nessuna delle due donne si era sottoposta a una profilassi protettiva contro la malattia che si è rivelata fatale per le piccole. L'appello di Burioni: "vaccinare le donne in gravidanza".


Due bimbe, nate a qualche settimana di distanza l'una dall'altra, tra maggio e giugno scorsi, sono morte nel reparto di terapia intensiva della patologia neonatale dell'ospedale Papa XXIII di Bergamo.
Le due piccole, decedute a un mese dalla nascita, avevano contratto la pertosse, una malattia infettiva trasmessa da un batterio, la Bordetella pertussis, che per i neonati "può essere molto grave e nel primo anno di vita è una delle cause più frequenti di decesso".
Le loro madri, una italiana residente vicino a Treviglio e l'altra di origine romena residente nel Cremasco, avevano avuto una gravidanza senza problemi ma non erano vaccinate. Come è emerso dagli accertamenti medici, infatti, "nessuna delle due era vaccinata per la pertosse né si era sottoposta di recente a una profilassi protettiva contro questa malattia". Malattia che si è rivelata letale per le piccine e che, si è scoperto, aveva colpito anche le loro mamme.
L'appello di Burioni: "vaccinare la madre in gravidanza"
Sulla morte delle due neonate a Bergamo è intervenuto il virologo Roberto Burioni, lanciando un appello via Facebook. "Alcuni vaccini - ha scritto Burioni - proteggono per sempre, altri forniscono un'immunità limitata nel tempo. Questo è il caso del vaccino contro la pertosse, dove addirittura la malattia stessa non fornisce una protezione permanente. Negli ultimi anni siamo passati a un vaccino contro la pertosse detto 'acellulare' che è sicurissimo, ma meno potente del precedente. Il vaccino, attualmente contenuto nell'esavalente, è efficace in quasi il 90% dei vaccinati, ma l'immunità tende a svanire con il tempo; quando questo accade si è comunque protetti dalla malattia in forma grave, ma si può ospitare il microorganismo nella propria gola ed essere fonte di infezione per gli altri".
"A causa di questa minore efficacia del nuovo vaccino, e pure a causa delle mancate vaccinazioni - ha aggiunto Burioni - i casi di pertosse stanno aumentando. Il guaio è notevole in quanto la pertosse è pericolosissima per i bambini molto piccoli; inoltre, siccome l'immunità contro questa infezione è sempre molto debole, le madri non riescono a trasmettere ai loro figli una quantità adeguata di anticorpi durante la gravidanza: alla nascita i neonati saranno quindi estremamente vulnerabili. Possiamo però proteggerli ugualmente: prima di tutto dobbiamo vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere; poi dobbiamo vaccinare i bambini tempestivamente e senza ritardi, in modo che quanto prima possano difendersi da soli da questa minaccia".
"E' opportuno - ha concluso Burioni - che i fratelli, i parenti, il padre si sottopongano ad un richiamo del vaccino, in modo da rendere impossibile che il batterio della pertosse, dopo averli infettati, arrivi nella gola del neonato. Insomma, dobbiamo creare una 'zona di sicurezza' intorno al neonato dove il batterio non possa stabilirsi. Naturalmente questa zona di sicurezza è vanificata se il bimbo frequenta un asilo nido dove gli altri bimbi non sono vaccinati. Per questo è molto importante che tutti vengano vaccinati, in modo da non consentire la circolazione di questo pericoloso batterio"...

(Globalist)

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