Libia, 100 migranti chiusi in un tir Otto morti soffocati, 6 erano bambini. Ue: «Porti Libia non sicuri»...


A Zuara, nel nord-ovest della Libia. Erano rinchiusi nel rimorchio di un tir frigo, in attesa che venisse imbarcato su una nave diretta in Italia o verso altri paesi europei.


Cento migranti erano rinchiusi nel rimorchio di un tir frigo: otto di loro sono morti soffocati, tra di loro, sei bambini e una donna. Lo ha reso noto la direzione della sicurezza nazionale di Zuara, nel nord-ovest della Libia. Le forze dell’ordine sono intervenute sul posto dopo una segnalazione: i migranti erano abbandonati all’interno del rimorchio chiuso - per lungo tempo - insieme a taniche di benzina e sono morti per le esalazioni della benzina. Erano rinchiusi nel rimorchio del tir, in attesa che venisse imbarcato su una nave diretta in Italia o verso altri paesi europei. Decine di loro sono stati ricoverati per problemi respiratori e sono in condizioni critiche. I migranti provenivano da diversi Paesi africani e asiatici.

La Ue: «Libia non è un porto sicuro»
Intanto, la vicenda dei migranti sbarcati a Pozzallo ha scatenato un nuovo botta e risposta tra Matteo Salvini e l’Unione Europea: al ministro dell’Interno che ha chiesto alla Ue di dichiarare «sicuri» i porti libici dove rimandare i migranti, la Commissione ha risposto: «Nessuna operazione europea o nave europea fa sbarchi in Libia perché noi non consideriamo la Libia un porto sicuro». La polemica è cominciata con la conferenza stampa di Salvini da Mosca: «Dobbiamo cambiare la normativa e rendere i porti libici sicuri. C’è questa ipocrisia di fondo in Europa in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia Costiera ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro», ha detto il ministro. Alla risposta della Ue, arrivata tramite la portavoce Natasha Bertaud, il vicepremier ha replicato: «La Ue vuole continuare ad agevolare il lavoro sporco degli scafisti? Non lo farà in mio nome». «O si cambia - ha continuato -, o saremo costretti a muoverci da soli».

«Grande impegno»
La sottosegretaria agli Esteri, Emanuela Del Re ha assicurato che «c’è un forte impegno, anche da parte dell’Italia a fare in modo che i porti siano sicuri». «Si sta tentando di tutto per fare in modo che ci siano delle condizioni di sicurezza e che si possa arrivare a una stabilizzazione dell’area», ha affermato rispondendo ai giornalisti che chiedevano se a suo avviso ci siano le condizioni di sicurezza in Libia per riportare i migranti nei porti libici come chiesto dal ministro dell’Interno. Mentre per l’Alto Rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini «la decisione rispetto al fatto che i porti libici non siano porti sicuri è una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo, quindi è una valutazione puramente giuridica sulla quale non c’è decisione politica da prendere, ma è nelle mani di una corte indipendente».

Sbarco
Intanto i migranti giunti a Pozzallo sulle navi Monte Sperone e Protector sono stati tutti sbarcati, l’hotspot è pieno. Si lavora a ricollocamenti negli altri paesi europei. Il medico che ha visitato i migranti ha riscontrato «tantissimi casi di scabbia, donne denutrite e molte persone disidratate». Dopo Francia e Malta anche Germania, Portogallo e Spagna hanno accettato 50 migranti ciascuno...

(Corriere della Sera Esteri)

Commenti

Miche ha detto…
Quelle tristesse !!!!!

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