Castelbelforte, il paese leghista che ha adottato un migrante senegalese...


Oltre 500 persone, ma anche il sindaco del Carroccio e il parroco hanno firmato una petizione per scongiurare l'espulsione di Fassar Marcel Ndiaye, un ragazzo senza permesso di soggiorno.


Questa è una storia bella. La storia di un intero paese del mantovano, a guida leghista, che si mobilitato per evitare il rimpatrio di Fassar Marcel Ndiaye, migrante arrivato dal Senegal cinque anni fa. Per scongiurare l'espulsione, che sarebbe dovuta scattare a fine mese, i cittadini di Castelbelforte hanno raccolto oltre 500 firme e al fianco dell'uomo si sono schierati sia il parroco del paese che il sindaco del Carroccio, Massimiliano Gazzani. Una mobilitazione che ha dato i suoi frutti, visto che ora Marcel avrà il tempo di presentare la documentazione necessaria per ottenere il permesso di soggiorno.

Da quando è arrivato a Castelbelforte, il senegalese si è impegnato nel volontariato, venendo accolto dai cittadini e collaborando quotidianamente con il parroco e la Caritas. Scrive la Gazzetta di Mantova: "Ndiaye è divenuto in breve tempo un personaggio importante, anzi fondamentale, all’interno della comunità. Grazie alle sue innumerevoli competenze lavorative ed alla bontà d’animo che lo contraddistingue, la popolazione lo ha accolto e coinvolto in numerose attività. Dal paese è considerato un uomo affidabile, serio e gentile, sempre disponibile ad aiutare gli altri e particolarmente dedito al volontariato. Ndiaye ricopre altresì un ruolo fondamentale all’interno della parrocchia, dove collabora quotidianamente con il parroco e nel servizio di volontariato con la Caritas, con l’Anspi, con i tanti servizi richiesti dalle famiglie di pensionati e anziani del paese. Canta anche nel coro parrocchiale"...

(Globalist)

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