'Sono italiana e ho adottato una bimba africana. Come la difenderò dal razzismo?'...
Le testimonianze dei genitori di bambini e ragazzi che sono arrivati, attraverso le pratiche di adozione, da ogni parte del mondo. E che scontano sulla loro pelle l'ondata xenofoba.
Era febbraio quando una mamma, Gabriella Nobile che ha adottato due bambini africani, scrisse un post su Facebook, una lettera a Salvini. Raccontò le paure sue e dei suoi figli. "Mia figlia di 7 anni prima di andare a letto mi chiede: “ma se vince quello che parla male di noi, mi rimandano in Africa?”». Che suo figlio di 12 anni, quando il pomeriggio prende l’autobus per andare agli allenamenti di calcio, viene ricoperto di insulti: «sporco n.... , n..... di mer... , torna a casa tua, venite qui rubare e ammazzare le nostre donne…». Conclude Gabriella: «Italiano è colui che ama l’Italia non che ci è nato, come io sono mamma perché amo i miei figli e non perché li ho partoriti. Più di tutto mi preoccupa il fatto che mia figlia possa essere vittima di qualche imbecille o squilibrato che, come successo a Macerata, ritiene lecito e giustificato sparare addosso ad una persona solo perché non ha la pelle bianca».
Ho paura per la bambina. Un’esperienza che anche Paola Crestani, presidente del Ciai (Centro italiano Aiuti per l'Infanzia) e madre di una ragazza adottata, ha raccontato su Vita.it di aver vissuto e non da ora: «mia figlia è di colore, e anche lei soffre sempre di più della discriminazione a cui l’ondata crescente di razzismo sottopone tutti coloro che non sono considerati “tipicamente italiani”. Lo vedo dallo sguardo di disprezzo con cui alcuni la guardano in metropolitana, dalla difficoltà nel trovare lavoro, dalla diffidenza con cui le persone le si rivolgono, se proprio devono. Non riferisco gli epiteti che ho sentito rivolgerle ma penso che tutti possiate immaginarli".
Chi soffia sul razzismo. Il Ciai di recente ha riproposto il tema, scottante, su Avvenire. Scrivendo: "Le parole e le frasi di intolleranza non colpiscono infatti solo “gli altri”, ma toccano i sentimenti e gli interessi di famiglie italiane e di figli italiani. Nel nostro lavoro quotidiano come Associazione, sono molte le famiglie che ci riferiscono episodi di intolleranza e discriminazione(...). Chi soffia sul fuoco del razzismo e dell’intolleranza mette in pericolo la vita e la sicurezza dei nostri figli adottivi e italiani. Forse non ci si rende conto che quando si sente parlare del pericolo di «sostituzione etnica» non si fa altro che rappresentare con un’orribile espressione proprio quello che succede con l’adozione internazionale: nelle nostre famiglie – italiane, va sottolineato – vengono accolti bambini che provengono da Paesi diversi e che hanno caratteristiche somatiche spesso differenti dalle nostre, ma che diventano a tutti gli effetti figli e italiani.
Solo a girare in Rete le testimonianze fioccano. E la paura cresce. Ci sono anche forum dove si indicano libri per i bambini adottati per spiegare loro che esiste in Italia il razzismo. Siamo messi male. Malissimo...
(Globalist)
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