Insulti razzisti a un giovane calciatore: l'allenatore ritira la squadra...


E' successo al termine di un match della categoria Esordienti del Pontisola.

                                                                             Igor Trocchia

In campo volano offese razziste verso un giovane calciatore di colore del Pontisola e l'allenatore Igor Trocchia decide di ritirare la squadra dal torneo. E' successo a Rozzano, al termine di una partita della categoria Esordienti. Un gesto eclatante per sostenere Yassine Sankara, talentuoso centravanti del club bergamasco bersaglio degli insulti, e dare un segnale forte contro il razzismo.

Tutto è successo in pochi attimi. Una decisione di istinto, condivisa con tutta la squadra e appoggiata dai genitori presenti in tribuna e dai dirigenti del club. Offeso in campo perché di colore, Yassine non ha stretto la mano al suo avversario, rifiutando le scuse e innescando la clamorosa protesta del mister del Pontisola, che prima di ritirare la squadra si è confrontato con il dirigente del club, raccogliendo il suo via libera. "Non è uno scherzo, ci vuole un segnale forte - ha tuonato al cellulare Luciano Pisoni -. Fallo, Igor, rifiutatevi di giocare e tornate subito a casa, è giustissimo".
E al coro di apprezzamento per il ritiro della squadra si è poi aggiunto il capitano degli Esordienti del Pontisola, Francesco Berardelli, che ha inviato un bel messaggio di speranza al suo allenatore. "Ciao mister, questa volta ti scrivo per dirti GRAZIE a nome di tutta la squadra perché secondo me il tuo è stato un esempio per tutta la squadra, per tutti i presenti, una strada da seguire, un esempio per la vita - si legge nel testo -. Un grazie perché quello che hai fatto è stato un gesto bellissimo nei confronti di Yasso. Credo che lui sia rimasto colpito da questo gesto. Sono orgoglioso di avere un mister come te che a queste cose dà un valore vero e proprio, non come alcuni che fanno finta di niente e lasciamo perdere...". "Queste persone che fanno questi gesti secondo me devono essere punite perché questo per un ragazzo di 13 anni può essere un trauma - ha proseguito Berardelli - E niente, volevo ringraziarti molto perché questo gesto mi ha commosso, mi è piaciuto e mi è servito molto". "Ho capito che in alcuni casi il gol, il rigore, la vittoria non contano, si va oltre. Io sono con te nelle scelte perché questa è una cosa che io non tollero assolutamente", ha concluso. Una lezione di vita, fuori e dentro al campo...

(Globalist)

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