Ciao Alberto Mieli, ultimo testimone di Auschwitz...
Ci lascia uno dei grandi testimoni delle atrocità dei nazifascisti. Aveva 92 anni e a soli 17 fu deportato nel campo di sterminio in Polonia. Una vita come testimonianza, lotta, memoria.
Aveva passato la vita a raccontare la terribile esperienza vissuta in prima persona nei campi di sterminio nazisti. Appena pochi mesi fa insieme alla nipote Ester aveva scritto un libro, "Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa" edito da Marsilio. Oggi a 92 anni si è spento a Roma Alberto Mieli, uno degli ultimi sopravvissuti ai campi nazisti.
Mieli era nato nella Capitale il 22 dicembre 1925; a soli 13 anni subì le ripercussioni delle leggi razziali: fu cacciato da scuola e poi catturato dai fascisti e dalla Gestapo dopo essere scampato al tragico rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma, il 16 ottobre 1943. Prigioniero, fu deportato prima nel campo di Fossoli e poi, non ancora ventenne, nel campo polacco di Auschwitz-Birkenau da cui riuscì a salvarsi.
"Non c’è ora del giorno o della notte in cui la mia mente non vada a ripensare alla vita nei campi, a quello che i miei occhi sono stati costretti a vedere", ha confessato Mieli in occasione dell'uscita del suo libro. Sul suo braccio c'era marcato ancora il numero 180060.
"Con la scomparsa di Alberto Mieli perdiamo un altro importante testimone dell'orrore della Shoah. Alberto in questi anni è stato un punto di riferimento per tanti studenti nel tramandare il valore della Memoria". Lo scrive in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ricordando di aver avuto "l'onore di conoscere bene Alberto nelle tante occasioni in cui ha partecipato ai Viaggi della Memoria organizzati in questi anni, iniziative in cui si e' impegnato per trasformare tanti giovani in nuovi Testimoni. Alla sua famiglia, e alla tante persone che gli volevano bene, vorrei inviare il mio abbraccio, convinto che tutto quello che lui ha fatto in vita non sara' mai dimenticato".
(Globalist)
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