Auguri ad Antonio, il bebè abbandonato a Brescia. E auguri anche alla sua mamma...


Lo ha lasciato in un portone, con i biberon, gli abitini lisi ma freschi di bucato. La storia di una donna che la vita, le condizioni economiche e la paura hanno costretto a un gesto doloroso.


di Riccardo Valdes

Lo chiameranno Antonio come il poliziotto che per primo è intervenuto a prestargli soccorsi. Che lo ha preso in braccio dopo una segnalazione di una signora al 113: "Venite, c'è un neonato abbandonato". Era lì Antonio, 10 giorni, in un portone in via delle Nottole, pieno centro di Brescia. Era lì dentro l'ovetto, la carrozzina che si mette in macchina, con una copertina di ciniglia azzurra, lisa ma pulitissima. Anche i vestitini erano freschi di bucato. Accanto due biberon pieni di latte e un cambio. Sta bene, è vivace, adesso lo hanno preso in carico al reparto di Neonatologia degli Ospedali Civili e dicono che infermiere e dottori facciano a gara per coccolarlo un po'.

Deciderà un giudice per lui, per affidarlo a una famiglia che lo farà crescere forte e protetto. Dietro il sorriso di Antonio, che avrà un futuro che gli auguriamo grande e luminoso, c'è il dolore e la tragedia della sua mamma. Ha fatto di tutto per essere identificata: ha lasciato il cartellino dell'ospedale francese dove ha partorito e perfino il suo cognome. E' una donna di cittadinanza marocchina, ha 44 anni, separata dal marito. E ha altri cinque bambini. Non è facile sbarcare il lunario, crescere i piccoli. Così ha lasciato l'Italia, dove per un periodo aveva abitato in una casa protetta, ed è andata in Francia. Anche qui, oltralpe, seguono lei e i bimbi gli assistenti sociali.
Antonio è arrivato senza che lei lo volesse, figlio di quel marito con cui non va più d'accordo. Avrebbe potuto abortire, certo. ma spesso mancano gli strumenti, i saperi, le strutture. Così questa donna ha dato alla luce Antonio e con tutta la sua disperazione ha preso un treno da Francia e lo ha portato in Italia.

Prima di abbandonarlo lo ha lavato, lo ha vestito meglio che poteva, ha preparato due biberon e chissà con che cuore, con che macigno sul cuore, è scappata via. L'hanno identificata e sarà denunciata per abbandono. Eppure non ce la sentiamo di dare la croce addosso a questa donna che si sarà sentita così sola e spaventata davanti a un mondo grande che non tende mai la mano a chi non ha, a chi fatica ad arrivare alla fine del mese, a una migrante con cinque bimbetti. Una donna che forse non sapeva a chi chiedere aiuto.
E quindi auguri Antonio, che tu abbia la vita più bella del mondo. Ma auguri anche alla tua mamma. Che possa trovare la sua strada, un lavoro, una vita così dignitosa per cui non debba più, mai più, essere costretta ad allontanarsi dal proprio bambino...

(Globalist)

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