L'Italia reale: quelli che si vendono le fedi per mandare i figli a scuola...


Quelli che puliscono i cessi, quelli che vivono con i 700 euro della mobilità, quelli che a 50 anni perdono il lavoro ma ce la mettono tutta per garantire ai loro ragazzi un'istruzione e un futuro.


di Riccardo Valdes

Viene rabbia quando i Tg danno i dati sull'occupazione e va sempre tutto bene, più 4%, più 10%. Poi c'è la realtà. Poi c'è un'Italia dignitosa che non ce la fa a campare. Ci sono genitori che puliscono i cessi per mandare i figli a scuola mentre un ex Presidente pregiudicato mortifica chi è costretto a fare i lavori più umili. 
 C'è chi vende le fedi per far studiare i figli. Questa storia la racconta oggi l'Ansa. E' la storia piccola ma emblematica di un pezzo di Paese invisibile, che non incide sul paniere Istat, che non sa cosa siano gli influencer e soprattutto dove sbattere la testa. E' la storia di "Emanuele Zappulla, 46 anni, tecnico elettro-strumentale, licenziato dalla sua ditta di installazione di impianti di refrigerazione industriale e che per la crisi ha dovuto chiudere i battenti". Viene da Gela, ha 4 figli, una moglie casalinga. Dice con amarezza ma tanta dignità "Io e mia moglie dopo avere esaurito ogni risparmio, abbiamo dovuto vendere quel poco oro che avevamo in casa. Perfino le fedi del matrimonio abbiamo venduto per potere garantire ai nostri quattro figli il diritto allo studio comprandogli i libri".

Lavorava all'Eni, poi nel 2014 l'azienda ha deciso di chiudere la raffineria perchè il mercato dei carburanti era saturo. In pericolo tremila posti di lavoro: 1100 nel diretto, gli altri nell'indotto. Emanuele Zappulla non si è dato per vinto. Pur di lavorare è andato in Kazakistan, Malesia, Turchia, Francia, Caraibi. Scrive ancora l'Ansa: "Ma anche quel tempo è finito. Ora Emanuele è tornato e "per sopravvivere - ammette, desolato - ci sono solo i 700 euro della mobilità che sta per scadere ma soprattutto l'aiuto dei nostri genitori e dei nonni". "La nostra è una vita di rinunce, specie per i ragazzi, due maschi, di 19 e 9 anni, e due femmine, di 13 e di 4 anni", spiega".
Ed è così nel Sulcis Iglesiente, così ad Augusta dove il più grande polo petrolchimico d'Europa ha lasciato solo morte: bambini che nascono malfarmati, un'incidenza oncologica altissima. Sono arrivate le multinazionali, si sono prese manodopera a basso costo, e poi la terra, l'acqua, il mare. Hanno sfruttato quello che serviva e poi via, a cercare nuovi disperati, nuove terre di conquista. Eppure c'è chi con 700 euro di mobilità i figli a scuola ce li manda a dispetto degli elzeviri da salotto o delle battuttace di un vecchio miliardario. E saranno questi figli che conoscono i sacrifici dei genitori ad essere il vero, grande futuro di questo Paese. Speriamo...

(Globalist)


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