In nome del popolo italiano: questi i colpevoli della trattativa Stato-mafia...
Il patto ci fu, una sentenza storica. Condannati Mori, De Donno, Dell'Utri e Bagarella. Assolto Mancino. E in Aula c'è chi ha sventolato le agende rosse.
Nel nome del popolo italiano. Con queste parole è arrivata la sentenza: dodici anni per gli ex generali Mario Mori e Antonio Subranni, dodici anni per l'ex senatore Marcello Dell'Utri, 8 anni per per l'ex colonnello Giuseppe De Donno. Ventotto anni per il boss Leoluca Bagarella. Assolto l'ex ministro Nicola Mancino. Massimo Ciancimino, il supertestimone del processo, condannato a 8 anni per calunnia, assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E' scattata la prescrizione per il pentito Giovanni Brusca.
E dunque la trattativa ci fu secondo i giudici della Corte d'assise di Palermo. Sono stati dichiarati infatti tutti colpevoli del reato per minaccia e violenza al corpo politico dello Stato. Per Marcello Dell'Utri sono punite le condotte commesse contro il governo Berlusconi e non contro gli altri governi. In sostanza i carabinieri del Ros sono condannati per i fatti commessi fino al 1993; Dell'Utri per i fatti del 1994: da una parte la trattativa sarebbe stata intavolta dai carabinieri, dall'altra da Dell'Utri. Assolto Nicola Mancino che rispondeva però solo di falsa testimonianza. "Sono sollevato. E' finita la mia sofferenza anche se sono sempre stato convinto che a Palermo ci fosse un giudice. La sentenza è la conferma che sono stato vittima di un teorema che doveva mortificare lo Stato e un suo uomo che tale è stato ed è tuttora", ha detto commosso l'ex ministro.
"Che la trattativa ci fosse stata non occorreva che lo dicesse questa sentenza. Quello che emerge oggi e che viene sancito è che pezzi dello Stato si sono fatti tramite delle richieste della mafia. Mentre saltavano in aria giudici, secondo la sentenza qualcuno nello Stato aiutava Cosa nostra a cercare di ottenere i risultati che Riina e gli altri boss chiedevano. E' una sentenza storica". Lo ha detto il sostituto procuratore nazionale Nino Di Matteo dopo la sentenza Stato-mafia.
Applausi e urla di incitamento ai magistrati dal pubblico nell'aula bunker del Pagliarelli dopo la lettura della sentenza che ha sancito che trattativa ci fu tra Stato e mafia. "Siamo tutti Nino Di Matteo", scandivano i presenti - in particolare le Agende rosse e gli attivisti di Scorta civica - all'indirizzo dei Pm.
Tra le reazioni anche quella di Fabio Granata, già vicepresidente della Commissione Nazionale Antimafia e relatore sulle stragi del 92: "La trattativa Stato-mafia che portò alla morte di Paolo Borsellino e della sua scorta e condizionò la vita della Repubblica non era dunque una invenzione dei Magistrati ma una vergognosa realtà conclamata adesso in sentenza. Oggi - prosegue Granata, candidato sindaco a Siracusa - si apre un varco di luce sulla oscurità e la vergogna di quegli anni e sulle complicità indicibili che accompagnarono gli avvenimenti dei primi anni 90. Hanno avuto risposta anche i garantisti interessati in servizio permanente effettivo. Onore ai magistrati palermitani degni eredi di Paolo Borsellino"...
(Globalist)
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