Ucciso nel Salvador padre Walter Osmir Vásquez, il nuovo Romero...
Vicario parrocchiale di Usulután è stato colpito a morte mentre viaggiava in auto. Si sospettano le gang giovanili.
La storia è stata raccontata dal giornalista di Mondo e Missione, Giorgio Bernardelli e pubblicata sul sito internet della Rivista. Mondoemissione.it è il sito internet di Mondo e Missione, la rivista mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere, una tra la più antiche testate missionarie d’Europa.
Ucciso sulla strada, il posto che proprio ieri papa Francesco nella Messa crismale indicava come l’orizzonte del prete. In questo stesso Giovedì Santo 2018 è morto così in Salvador, padre Walter Osmir Vásquez, un sacerdote di 36 anni della diocesi di Santiago de Maria. Vicario parrocchiale di Usulután è stato colpito a morte nel primo pomeriggio di ieri mentre – in auto, insieme ad alcuni giovani – si stava recando a Lolotique, il paese di cui era originario, per presiedere la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi. Nell’assalto alla vettura solo il prete è stato ucciso; l’ipotesi più verosimile è che sia stato preso di mira da una delle maras, le bande giovanili violente che sono la ferita più grave che sfigura il volto del Salvador di oggi. Con i suoi 60 morti ogni 100 mila abitanti, infatti, questo Paese del Centramerica resta uno di quelli con la più alta incidenza di omicidi nel mondo.
Questa morte in Salvador giunge a pochi giorni dall’anniversario del martirio dell’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero, colpito dagli squadroni della morte il 24 marzo 1980 mentre celebrava l’Eucaristia. E a legare i due avvenimenti non sono solo le date: prima di diventare arcivescovo di San Salvador, infatti, monsignor Romero dal 1974 al 1977 era stato vescovo proprio a Santiago de Maria, la diocesi di padre Walter Osmir Vásquez. Una tra le diocesi più povere, nella zona montuosa del Paese, dove l’arcivescovo martire raccontava di essere letteralmente «inciampato» nella miseria, vivendo un’esperienza che ne avrebbe segnato profondamente anche il resto della sua vita. Tra l’altro proprio a Santiago de Maria – nei giorni scorsi, nell’anniversario della morte di Romero – aveva sostato anche la croce della Giornata mondiale della gioventù, nel suo viaggio verso l’appuntamento di Panama del gennaio 2019.
L’accostamento viene dunque naturale: l’arcivescovo martire sull’altare e il giovane sacerdote colpito a morte nel giorno che fa memoria dell’istituzione dell’Eucaristia; la violenza politica della guerra civile degli anni Ottanta e la violenza quotidiana di oggi, con la piaga delle maras figlia della mancanza di risposte vere alla questione della giustizia, che già in quegli anni difficili Romero indicava come la radice del conflitto.
Anche per questo il vescovo di Santiago de Maria, mons. William Ernesto Iraheta Rivera, condannando l’assassinio di padre Walter Osmir Vásquez ha voluto oggi citare le parole dell’omelia tenuta dall’arcivescovo che presto verrà proclamato santo in quell’ultima Messa del 24 ottobre 1980: «Chi si offre per amore di Cristo al servizio dei poveri, costui vivrà come il grano di frumento che muore, ma solo apparentemente». È l’esempio di Romero che continua, anche nei nuovi martiri del Salvador...
(Globalist)
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