Torino, laurea magistrale per Rachid: "Io, ingegnere vucumprà. Ora assumetemi"...


"Mi rifarò vivo con una serie di aziende con cui avevo già fatto colloqui dopo la triennale. Il venditore ambulante? Ogni tanto continuo a farlo, mi piace stare a contatto con le persone"

di Stefano Parola


Rachid ha già preparato il vestito buono, quello che indosserà domani per discutere la tesi di laurea magistrale in Ingegneria civile con specializzazione in Strutture. Arriverà al Politecnico di Torino di buon'ora, perché è uno dei primi nell'elenco, e attorno alle 10.30 il più celebre venditore ambulante di accendini della città raggiungerà un nuovo traguardo: verrà proclamato dottore magistrale.

Rachid Khadiri Abdelmoula, classe 1987, origini marocchine, lo aveva detto cinque anni fa, quando aveva preso la laurea triennale: "Voglio continuare a studiare". E così ha fatto. Già ai tempi dimostrò che i sogni si possono realizzare, anche quando a farli è un ragazzo che ha passato buona parte della vita a vendere gadget in centro a Torino, soprattutto agli studenti di Palazzo Nuovo. Ora Rachid compie un altro passo importante per la sua vita e per la sua carriera. Discuterà una tesi su "Gli effetti dei nanomateriali di carbonio aggiunti ai compositi di cemento".

"È una ricerca sperimentale che ho svolto in azienda. Ho studiato cosa accade se ai cementi e alle malte si aggiungono nanomateriali in carbonio", racconta il quasi ingegnere. Per portarla avanti, Rachid ha lavorato per otto mesi nella sede svizzera della Cemex, il gruppo multinazionale primo al mondo nella produzione di calcestruzzo. "È stata una bellissima esperienza, ho potuto confrontarmi con persone di 24 nazionalità diverse", spiega il laureando. Se non fosse cittadino italiano dal 2013, non avrebbe potuto fare nulla del genere: "La Svizzera è molto restrittiva e un ragazzo nelle mie stesse condizioni ma senza cittadinanza non avrebbe potuto sfruttare questa possibilità. Per questo la discussione su ius soli e ius culturae andrebbe riaperta. Una persona dovrebbe sfruttare le proprie chance in base ai meriti e non in base ai certificati", sottolinea Rachid.

Lui è in Italia dal 1998. Aveva undici anni, ha attraversato in auto con i suoi familiari lo stretto di Gibilterra, la Spagna e la Francia per raggiungere i fratelli che già vivevano e lavoravano a Torino. Ha fatto le medie in via Bardonecchia, le superiori all'Itis Avogadro, poi si è iscritto al Politecnico. Nel frattempo ha sempre aiutato la famiglia a vendere accendini, collanine e ormai qualsiasi tipo di oggetto, sempre in giro per la città. Non ha smesso neppure in questi anni in cui ha frequentato i corsi della laurea magistrale: "Continuo a farlo a tempo perso, per non pesare troppo sui miei parenti. Ho molta meno costanza di un tempo, però mi piace ancora fare qualche "sopralluogo", perché così incrocio i tanti amici che mi sono fatto in tutti questi anni".

Da martedì in poi si metterà a in cerca di un lavoro da ingegnere: "Mi rifarò vivo con una serie di aziende con cui avevo già fatto colloqui dopo la triennale. Ora con la specializzazione posso giocarmi una carta in più". Sogni nel cassetto? "Mi piacerebbe fare un'attività simile a quella che ho svolto in Svizzera, a cavallo tra ricerca e applicazione industriale. Nella tesi ho studiato come determinati materiali possano innovare l'edilizia tradizionale consentendo di realizzare strutture "smart", che possono essere monitorate senza la necessità di installare sensori appositi", dice Rachid.

Gli accendini diventeranno un ricordo: "Per prima cosa, dopo la laurea va chiusa la parentesi del "vucumprà"", dice lo studente-venditore. E il futuro da ingegnere sarà in Italia o altrove? "Dopo 20 anni che vivo qui mi piacerebbe rimanerci, ma al giorno d'oggi so benissimo che occorre essere flessibili. E in ogni caso bisogna essere pronti a viaggiare, perché molte aziende hanno appalti all'estero. Le lingue per me non sono un problema, in questi otto mesi alla Cemex ho

 potuto migliorare molto il mio inglese", racconta Rachid. Le lingue non sono un problema, l'intraprendenza e le capacità "commerciali" tanto meno: "Devo ammettere che il rimpianto più grande di non fare più l'ambulante riguarda il fatto di non essere a contatto con le persone. È vero che oggi ci sono i social network, ma io sono della vecchia scuola: a me piace di più incontrare la gente e parlare faccia a faccia"...

(Repubblica.it)


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