Morire di freddo e indifferenza a Parigi...
L'uomo era malato, provato dal lungo viaggio per fuggire dal suo Paese e dalla fame. Era uscito vivo dall'inferno della Libia, arrivato a Parigi il suo cuore ha smesso di battere per il duro inverno.
Onofrio Dispenza
"Come se aspettandola//gli uccelli del mattino si radunassero tutti//per allinearsi sul tuo davanzale" Versi di Al-Saddiq al-Raddi, poeta sudanese. Li ho cercati per dare la notizia della morte di un uomo; morte che altrimenti non farebbe notizia. Poco importa il suo nome, poco peso ha il nome di un uomo come quello morto nella notte, a Parigi. L'unica cosa che aveva un peso, l'anima, lo ha lasciato nell'indifferenza dei più. Me lo scrive Lillo Rizzo, fotografo che da tempo, a Parigi, racconta il calvario di centinaia di uomini, donne e bambini accampati nella capitale francese. Lillo Rizzo spesso lascia a tracolla la sua macchina fotografica per aiutarli. L'uomo che è morto, uno dei tanti che da tempo vivono sotto tende incerte, fiaccate dalla neve, a Porte de la Chapelle, a due passi dalla stazione della linea 12 della metropolitana. L'uomo era malato, provato dal lungo viaggio per fuggire dal suo Paese, e alla fame. Era uscito vivo dall'inferno della Libia, arrivato vivo a Parigi, ma il suo cuore ha smesso di battere in questo duro inverno. Quando lo hanno trovato senza vita, il suo corpo era rimasto a lungo sotto la pioggia battente. L'unica preoccupazione della polizia che continua a stazionare attorno al campo, è stata quella di non far avvicinare i compagni che con lui dividevano il campo. Uno in meno, fastidiosi uomini neri in una Parigi che invece dovrebbe essere destinata solo alle cartoline. L'uomo, a terra senza vita, con addosso solo la pietà della pioggia, tutt'attorno la polizia, e dietro le divise altri uomini neri col viso lucido di pioggia. Loro non hanno più lacrime da tempo. Ancora più in là, Parigi, le auto indifferenti che si fanno strada e maledicono il rallentamento. "Quanti altri ancora dovranno morire?", si chiede Lillo Rizzo nel messaggio che mi ha inviato. Rrivisitiamo i versi d'amore di Al-Saddiq al-Raddi, e li dedichiamo all'uomo morto a Porte de la Chapelle: "Come se aspettandoti//gli uccelli del mattino si radunassero//per allinearsi sul tuo davanzale"...
(Globalist)
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