Migranti, naufragio a nord di Tripoli: otto corpi recuperati, tra i venti e i trenta dispersi...


Il fondo di un gommone avrebbe ceduto. Soccorsi ancora in corso. Salvati in 85. Decine di dispersi.  Proactiva Arms: "Superstiti per ore in acqua in attesa di aiuto, eravamo tutti lontani"

di ALESSANDRA ZINITI


I dispersi sarebbero almeno venti, ma forse anche trenta se, come ha ricordato la guardia costiera libica, su un gommone come quello naufragato questa mattina ad una quarantina di miglia a nord di Tripoli, in direzione di Gars Garabulli, di solito i trafficanti stipano almeno 120 persone.
Otto i corpi delle vittime recuperate, 84 i superstiti che sarebbero rimasti in acqua per ore aggrappati ai tubolari del gommone che stava affondando, perchè le unità navali che pattugliavano il Mediterraneo, quelle militari dell'operazione Sophia e le navi delle tre ong rimaste in mare, erano tutte abbastanze lontane dal luogo del naufragio segnalato da un aereo di Eunavformed in ricognizione. Assenti dalle acque internazioli, come ormai avviene da diverse settimane, anche le motovedette libiche che, negli ultimi tempi, hanno molto allentato la loro presenza e i pattugliamenti in mare.

Il nuovo naufragio nel Mediterraneo, il primo del 2018, sarebbe stato causato dal cedimento del fondo dell'imbarcazione che si sarebbe spaccato facendo cadere a mare decine di migranti.
Secondo le prime testimonianze a bordo vi sarebbero state tra 120 e 150 persone, un peso troppo grande da sostenere per un gommone così malmesso. Se le cifre fossero esatte, il numero dei dispersi sarebbe di diverse decine. L'allarme è scattato intorno alle 11 quando un mezzo aereo inserito nel dispositivo della missione europea Sophia impegnato nel controllo del Mediterraneo centrale ha individuato un gommone in difficoltà. L'imbarcazione era già semisommersa e si trovava a circa 40 miglia dalle coste libiche. Immediati sono scattati i soccorsi: nel punto indicato è arrivata nave Diciotti, della Guardia Costiera, assieme ad alcune unità della Marina Militare
italiana.

Secondo la Ong spagnola Proactiva Arms, i primi soccorritori giunti sul posto hanno rilevato subito che i migranti avrebbero trascorso "ore in acqua" prima di essere salvati. Le operazioni, andate avanti fino al pomeriggio, sono state coordinate dalla sala operativa della Guardia costiera di Roma che ha immediatamente lanciato l'allarme e invitato tutte le navi a dirigersi sul luogo del naufragio che però era  in una zona abbastanza isolata...

(Repubblica.it)

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