Allarme dell'Onu: emergenza umanitaria per 91 milioni di persone...




Le Nazioni Unite hanno lanciato a Ginevra un appello per una raccolta di fondi record volta a finanziare le operazioni di assistenza umanitaria nel 2018.

                                                                                                        Kashmir indiano



Circa 22,5 miliardi di dollari saranno necessari l'anno prossimo per fornire cibo, alloggio, assistenza sanitaria, istruzione, protezione e altre forme di aiuti a 91 milioni di persone nel mondo. Si tratta di uomini, donne e bambini identificati tra i più vulnerabili tra le circa 136 milioni di persone coinvolte in conflitti, disastri naturali, epidemie o costrette ad abbandonare le loro case, secondo le previsioni dell'Onu.
In prima linea ci sono la Siria ed i Paesi della regione, oltre allo Yemen che - precisa l'Onu - è destinato a rimanere il Paese con la peggiore crisi umanitaria nel mondo. "Più persone che mai avranno bisogno della nostra assistenza", ha detto il responsabile delle Nazioni Unite per le questioni umanitarie, Mark Lowcock, spiegando che l'appello di fondi ai donatori per il 2018 é lievemente superiore ai 22,2 miliardi richiesti per il 2017. "Le agenzie umanitarie possono solo rispondere alle crescenti esigenze con il generoso sostegno dei nostri donatori. Investire in piani di intervento coordinati è una scelta sana", ha aggiunto Lowcock. Oltre agli interventi in Siria e Yemen, l'Onu prevede un aumento degli aiuti in Burundi, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Libia e Somalia. Inoltre, le esigenze di assistenza resteranno a "livelli eccezionalmente alti" in Nigeria e nel Sud Sudan. In atri paesi, gli aiuti dovrebbero diminuire ma restare significativi, come ad esempio in Afghanistan, Etiopia, Iraq, Mali, e Ucraina. L'Onu sottolinea che nel 2017, le agenzie umanitarie hanno raggiunto decine di milioni di persone e salvato milioni di vite umane. I donatori hanno fornito livelli record di finanziamento con quasi 13 miliardi di dollari a fine novembre 2017, un dato tuttavia inferiore all'appello dell'Onu. Insieme, operatori del settore e donatori hanno così contribuito a scongiurare carestie in Sud Sudan, Somalia, nord-est della Nigeria e Yemen e fornito una rapida assistenza ai rifugiati Rohingya in fuga dalla violenza in Birmania...

(Globalist)

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