Sulla mortalità dei bambini, buone notizie e cattive notizie...






Andrea Iacomini

C'è una buona notizia: il numero di bambini che muoiono prima di aver compiuto 5 anni non è mai stato così basso, 5,6 milioni nel 2016 rispetto ai 9,9 milioni nel 2010. La cattiva notizia è che continuano a morire ogni giorno 15.000 bambini, di cui 7.000 sono neonati: un numero intollerabilmente elevato.
Di questo parla il rapporto lanciato oggi dall'Unicef. Mentre la mortalità dei bambini (0-5 anni) diminuisce, aumenta al suo interno la percentuale dei decessi che si verificano durante i primi 28 giorni di vita: dal 41% del 2000 si è passati al 46% di oggi. A livello globale, circa la metà delle morti neonatali si concentra in 5 soli Stati: India, Pakistan, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
Le complicazioni per nascita prematura e le complicazioni durante il travaglio o il parto sono state la causa del 30% delle morti neonatali nel 2016: 2,6 milioni di bambini ogni anno nascono morti. A questi si aggiungono 5,6 milioni di bambini che muoiono prima di aver compiuto 5 anni. E pensare che spesso malattie prevenibili come la polmonite e la diarrea ne determinano la morte, con tassi rispettivamente del 16% e del'8%.
Si potrebbero salvare molte di queste vite se solo si riducessero le disuguaglianze globali. Abbiamo le conoscenze e gli strumenti per farlo, dobbiamo solo portali dove c'è più bisogno. Possiamo porre fine a queste morti migliorando l'accesso a operatori sanitari qualificati durante la gravidanza e al momento del parto, attraverso interventi salvavita come la vaccinazione, l'allattamento, le medicine poco costose e facendo in modo che anche le comunità più povere riescano ad accedere a servizi idrici e igienico-sanitari.
Dobbiamo raggiungere i neonati, i bambini e le madri maggiormente vulnerabili per assicurare che nessuno venga lasciato indietro. Se non facciamo di più fra il 2017 e il 2030 moriranno 60 milioni di bambini, circa la metà neonati. Dobbiamo aiutarli...
(HUFFPOST)

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