Faycal che ha ucciso sé stesso e i suoi bambini: cronaca di un dolore...




Aveva perso il lavoro, ha fatto di tutto per trovarlo. La moglie in ospedale, la casa e i pacchi del comune di Como per tirare avanti. Poi ha acceso il fuoco. L'ultima a morire è stata la figlia di 5 anni



Daniela Amenta

Si muore così, si uccide così ciò che uno ha più caro, più importante: i figli. Quattro. Avevano 3, 5, 9 anni, il più grande, un maschietto, aveva 11 anni. La bambina di 5 hanno provata a rianimarla, disperatamente. Se n'è andata in ospedale, piccolina. E' una tragedia immensa quella che è avvenuta a Como, in via San Fermo della Battaglia. In quella casa all'ultimo piano dove la miseria ha distrutto la speranza, l'ultimo barlume di coscienza, la razionalità, la logica, il buon senso. Tutto bruciato. Lui si chiamava Faycal Haitot, era il padre, cittadino marocchino, da tanti anni in Italia. Perso il lavoro, perso ogni legame. Ci ha provato a cercarlo, diceva a tutti: "faccio quello che serve, aiutateci". Andava ai colloqui, i pochi che oramai trovava, accompagnato dai vicini, ché non c'erano neppure i soldi per mettere la benzina, tutti a piedi in quella famiglia, sgomenta e spaventata. Si muore così. Si uccide così. Per disperazione, perché l'anima si perde.

La moglie da mesi in ospedale vinta dalla depressione, i bambini in quella casa che gli era stata data dal comune. Non avevano i soldi neppure per pagare i libri, un panino, la mensa. Il Comune di Como era intervenuto tante volte in aiuto di quella famiglia disperata e onesta, che provava ad alzare la testa senza riuscirci. Il refettorio gratis per i piccoli. Ricevevano settimanalmente pacchi e sussidi pubblici per riuscire a sopravvivere. I bambini erano perfettamente integrati e il padre aveva un permesso di soggiorno di lungo periodo ma, comunque, restava senza lavoro. Dall'inizio dell'anno scolastico, però, Faycal Haitot "non stava mandando a scuola i bambini, sono aumentate le segnalazioni e i colloqui a cui non si presentava" ha spiegato il vicesindaco Alessandra Locatelli. Era stata offerta per i piccoli  la mensa gratuita, il doposcuola garantito e anche aiuto per trovare lavoro". Però il lavoro non si trovava. E si impazzisce senza. Senza uno stipendio, un po' di dignità, garantire il minimo, almeno. Aveva paura che glieli togliessero i figli. Lo ripeteva: faccio qualunque lavoro, aiutatemi. Aveva il terrore glieli portassero via, i figli. L'unica cosa che aveva. 
Egoismo? Paura? Terrore? Pazzia? Mettiamoli tutti insiemi questi sentimenti neri. Non sappiamo altro, se ci fosse altro. Che ombre  feroci nel cuore di quest'uomo. Quanta follia a togliere la vita ai suoi figli, "la luce dei suoi occhi" dicono nel quartiere. L'unica luce che aveva, gli era rimasta. 
Ha preso mobili, stracci, giornali Faycal. Ha tirato giù le tapparelle. Poi ha appiccato le fiamme. Le ultime urla che i vicini hanno sentito sono state quelle dei bambini. Li hanno trovati sul lettone, dopo che i Vigili del Fuoco hanno cercato in ogni modo di salvarli. 
Davanti a questa tragedia, grande e terribile, dove follia e miseria si mescolano, noi non ce la sentiamo di giudicare. Solo una grande desolazione, un'immensa tristezza. Un uomo vinto che si uccide e uccide la sua unica speranza: quattro bambini...

(Globalist)

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