Rimini, foto e filmati osceni con bambini. Arrestato impiegato...
Tra le migliaia di file anche un disgustoso dossier su Yara Gambirasio
di ALESSANDRA NANNI
Rimini, 30 settembre 2017 - Nei computer aveva migliaia di foto e filmati rivoltanti che riprendevano bambini in atteggiamenti talmenti osceni che anche gli investigatori sono rimasti sconvolti. Ma soprattutto aveva un libro, una sorta di dossier blasfemo di almeno 40 pagine, dove l’unica protagonista era Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate barbaramente uccisa.
D.P., un riminese,
di 53 anni, è stato arrestato ieri mattina e ora è rinchiuso nel carcere dei Casetti con
l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico in
grosse quantità. L’inchiesta, tutt’altro che conclusa, pare sia di dimensioni
colossali e sta svelando gli orchi legati
a una lunga catena che si nascondeva nel web.
Ed
è stato proprio il computer, strumento principale dei pedofili che strisciano
online, a tradire il riminese.
Quando, l’altro pomeriggio gli agenti sono andati a bussare alla porta di casa
sua con un mandato di perquisizione,
mai avrebbero pensato di trovarsi di fronte a tutto quell’orrore. Sapevano con chi
avevano a che fare, ma il materiale che è saltato fuori dall’appartamento di un
‘normale’ impiegato,
ha fatto rizzare i capelli in testa anche a loro, che pure ne hanno viste
parecchie.
Dopo
averlo ammanettato, gli inquirenti si
sono portati via numerosi computer, cellulari, penne Usb. Una marea di
documentazione, a cui gli investigatori hanno
dato un’occhiata sommaria, più che sufficiente però per avere la conferma di
avere di fronte uno degli ‘orchi’ della specie peggiore. C’erano migliaia di immagini e filmati
che avevano come protagonisti bambini,
anche in tenera età. Porcherie spaventose, disgustose e
crudeli, difficili anche solo da immaginare.
Ma
le sorprese non erano ancora finite. In mezzo a quella fogna, c’era anche un libro.
Una sorta di dossier sulla piccola Yara,
massacrata nel 2011. Un delitto spaventoso per cui si trova all’ergastolo il muratire
Massimo Bossetti. Quasi 40 pagine piene di sue fotografie, associate a
filastrocche blasfeme che
alle parole delle preghiere più tradizionali sostituivano nefandezze. Il segno di una
fantasia talmente malata che è quasi impossibile da raggiungere.
Ma che a quanto pare viene condivisa da molte persone
che si nascondono dietro un computer e
navigano invisibili nei sotteranei più bui del web, dando vita a catene di una
solidarietà perversa che
si nutre di quelle mostruosità. Come ‘il rito della pedomessa’, così come i
pedofili hanno battezzato quell’agghiacciante dossier con le immagini di Yara Gambirasio. Reti
molto difficili da individuare, e per una che viene portata alla luce, ce ne
sono molte altre che si nascondono ancora più in profondità...
(Il Rresto del Carlino)
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