Peppina, 94 anni, terremotata. Sfrattata dalla sua casetta per colpa della burocrazia...

Ha perso tutto, ma vuole rimanere a Fiastra, il suo paese. Le figlie le hanno comprato un manufatto in legno ma manca un'autorizzazione. Così i militari le hanno intimato lo sfratto. Una vicenda triste e vergognosa

Una storia raccontata dal quotidiano Cronache Maceratesi e che davvero lascia l'amaro in bocca. Protagonista una signora di 94 anni, Peppina, "ultima custode" di Fiastra, piccolissimo paese tra le montagne marchigiane. Ha perso la casa con il terremoto ma ha espresso il desiderio di rimanere lì dove è nata, cresciuta, invecchiata. Dopo il sisma ha abitato in un container "al limite dell'agibilità", poi le figlie, a loro spese, le hanno comprato una casetta in legno che è stata piazzata su un terreno edificabile. Ebbene, per un cavillo burocratico, stamane Peppina è stata sfrattata dai carabinieri della Forestale. Una follia bella e buona, come se questa anziana signora avesse occupato un palazzo, trattatata come una delinquente. Peppina ha già detto che dalla sua casetta non si muoverà neppure se verrà prelevata con la forza. I paradossi della burocrazia. Dice la figlia Agata Turchetti ai cronisti delle Cronache Maceratesi: "Sono profondamente indignata. Lo Stato fa la voce grossa con i deboli, i più fragili. Non si sposta per un anno una pietra ma a noi chiedono di rispettare ogni cavillo. Porteremo il caso di mia madre alla Corte Internazionale dei diritti dell'uomo. Lei ha il diritto di restare nella sua terra e non essere deportata in un albergo della costa". 
Peppina resterà ancora nella sua casetta per altri 15 giorni, con il suo gatto, il lago,  le sue montagne. Poi se non prevarrà in buon senso della politica, delle istituzioni e magari anche dello Stato, verrà cacciata da Fiastra. Una ferita, un'altra che Peppina e il popolo dei terremotati, non meritano...

(Globalist)