Docente si avvelena dopo la condanna per pedopornografia: aveva terrore del carcere...




Morto dopo un'agonia di 24 ore. Professore di chimica, 52 anni, era stato condannato a sei mesi da scontare in carcere. Tremano decine di famiglie, per 25 anni aveva allenato squadre di calcio giovanili



A ucciderlo è stata la vergogna, la consapevolezza di non potersi difendere da una accusa infamante ma tutto sommato non gravissima, ma che lo avrebbe costretto ad abbandonare la cosa a cui teneva di più, l'insegnamento. Ed allora ha deciso di uccidersi, davanti all'aula della corte che gli aveva appena inflitto sei mesi di reclusione per possesso di immagini di pedopornografia.
Lui, Nicolas Boudreau, di 52 anni, fino al momento in cui, nel 2013, era stato arrestato, dalla polizia di Quebec City nel corso di una operazione contro la pornografia minorile, era uno stimato insegnante di chimica del Cégep Limoilou (il Cegep è una struttura scolastica preuniversitaria). Dopo per lui si era aperto il baratro della depressione, a fronte di un'accusa davanti alla quale non poteva difendersi perchè fondata.
Dopo un attesa di anni dall'arresto, è arrivata l'udienza finale che si è conclusa con una condanna a sei mesi di reclusione in carcere, quando il difensore di Boudreau ne aveva chiesta una di 90 giorni da scontare nei fine settimane, come concesso dalla legislazione del Quebec. La richiesta del difensore era stata probabilmente motivata dal fatto che il docente aveva mostrato d'essere terrorizzato per dovere andare in carcere e per quello che, vista l'accusa contro di lui, gli sarebbe potuto accaddere.

Il giudice ha deciso invece er i sei mesi e il professor Boudreau ha ascoltato la decisione con la testa incassata nelle spalle, senza nemmeno guardare verso quel magistrato che, inconsapevolmente, aveva emesso una sentenza di morte.
Uscito dall'aula insieme al suo difensore, Boudreau ha tirato fuori dalla tasca della giacca un piccolo contenitore e ne ha trangugiato il contenuto. Gli addetti alla sicurezza del palazzo di giustizia hanno capito che qualcosa non andava, ma pensando che forse stava ingerendo delle droghe. Gli si sono gettati addosso, cercando di fargli sputare quel che avava ingoiato. Non c'è stato nulla da fare. Portato nell'ospedale Hotel de Dieu, è morto senza riprendere conoscenza.

Ora è facile pensare che avesse programmato tutto, sapendo che per lui ci sarebbe stata una condanna anche se non pesante. Aveva preparato il veleno, perché era così che voleva morire.
Nel 2013, era stato arrestato insieme ad altri quattro uomini, nell'ambito di una complessa indagine. Quando gli agenti lo avevano ammanettato, aveva abbozzato una timida difesa, sapendo quel che lo avrebbe inchiodato: più di 56.000 file contenenti immagini di di pornografia minorile. 
Una accusa infamante e vera, che ha fatto tremare decine e decine di famiglie. Perché il prof. Boudreau, sempre gentile ed ammodo, sempre disponibile verso tutti, per 25 anni ha allenato una squadra di calcio giovanile. Uno dei suoi ex giocatorio ggi ha ricorda che il padre, intuendo che qualcosa non andasse nel comportamento del docente, lo aveva ritirato dalla squadra. Altri ex calciatori riferiscono come, in occasione di alcune partite, Boudreau faceva la doccia con i ragazzi e, tornando a casa sul bus della squadra, chiedeva a qualcuno di loro, di sedersi sulle sue gambe.

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