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In una videointervista a TPI l'attivista indiana Vandana Shiva accusa i “cartelli del veleno” di rendere impossibile la sopravvivenza delle economie alimentari locali




“Ho lavorato per proteggere la terra per quasi cinquant’anni, un tempo molto lungo. Per trent’anni ho spiegato che gli accordi di libero scambio non sono affatto ‘liberi’, ma sono scritti dal cartello del veleno”.
Vandana Shiva, nota attivista e ambientalista indiana, in un’intervista a TPIdefinisce “criminali” le società che lei ritiene si celino dietro gli accordi internazionali per il libero scambio.
“Il trattato sulla proprietà intellettuale è stato scritto da Monsanto, l’accordo commerciale sull’agricoltura è scritto dai cartelli come Cargill”, sostiene Shiva. “Loro riscrivono le regole e rendono impossibile la sopravvivenza delle economie alimentari locali”.
Dopo essere stata ad Amburgo mentre si svolgeva il G20, l’attivista indiana ha trascorso qualche giorno in Italia ed è stata presente alla conferenza “Il veleno alle porte”, che si è tenuta al Campidoglio, a Roma, il 10 luglio.
In questa occasione ha parlato di come trattati internazionali come il CETA, negoziato tra Canada e Unione europea, stiano mettendo a rischio “la sopravvivenza degli agricoltori, la salute dei cittadini e l’ambiente”.
L’attivista ha inoltre partecipato al flash mob organizzato da alcune associazioni della società civile, come Terra! e Associazione 21 luglio, contro la chiusura progressiva dei nasoni di Roma. L’obiettivo della manifestazione era quello di esortare l’amministrazione capitolina a garantire l’accesso all’acqua pubblica per tutti, soprattutto per i più bisognosi.
A seguito della manifestazione c’è stato anche un parziale dietrofront del Campidoglio, che ha annunciato che i nasoni saranno riaperti dopo l’inserimento di rubinetti.
Nel 1993 Vandana Shiva ha ricevuto il Right Livelihood Award, soprannominato il Premio Nobel alternativo. Si è occupata di questioni legate alla proprietà intellettuale, alla biodiversità e alla bioetica. È una dei leader principali del movimento contro gli organismi geneticamente modificati (OGM).
Negli ultimi anni si è schierata contro il golden rice, il riso geneticamente modificato e arricchito di vitamina A, che secondo alcuni studi scientifici aiuta a combattere la VAD (vitamin A deficiency).
Per questo è stata criticata e accusata della responsabilità, insieme a Greenpeace, di aver impedito la distribuzione di questo alimento ed essere direttamente responsabile di migliaia di casi di persone che hanno sviluppato questa mancanza vitaminica.
Lei ha sempre respinto queste accuse, sostenendo che questi tentativi mirano a screditarla a causa della sua lotta contro gli OGM.
Nell’intervista Vandana Shiva ha parlato a TPI del G20 di Amburgo, dell’accordo sul clima di Parigi, del legame tra accordi di libero scambio e OGM e del concetto di ecofemminismo.

                         

(The Post Intenazionale)

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