Perché l'uccisione di due ragazzi palestinesi a Jenin è stata (quasi) ignorata dai media...
Grande rilievo all'attacco di Gerusalemme, molta più distrazione quando si tratta delle vittime di Israele
Onofrio Dispenza
Per combattere sul serio il terrore, bisogna andare all'origine del terrore ed estirparne le ragioni. Oggi, a Gerusalemme, attacco terroristico senza precedenti sulla spianata delle moschee. Ed è, giustamente, notizia d'apertura nel mondo e in Italia. E' orrore, come giusto che sia. Andare alle radici della violenza e del terrorismo non è muoversi nella logica disumana della vendetta, sarebbe omicida e suicida.
Ma la memoria aiuta a capire. E la memoria ci dice che, non più tardi di due giorni fa, due ragazzi palestinesi erano stati uccisi durante una protesta contro l'esercito israeliano nel campo profughi di Jenin nella Cisgiordania. Si chiamavano Saad e Aws. Avevano 21 e 17 anni. Più ragazzi che uomini.
La loro morte non ha fatto notizia, non fanno notizia le condizioni disumane nelle quali vivono i palestinesi, dati in pasto all'estremismo e alla rivolta.
I due ragazzi uccisi dall'esercito israeliano protestavano per quella vita impossibile; più sopravvivenza che vita, perché sotto ogni livello di decenza civile. Ed è la condizione nella quale vivono da generazioni i palestinesi. Ci sono generazioni che non conoscono la vita come occasione normale di crescita. Una striscia di terra, costretti coi piedi nell'acqua di quel Mediterraneo che è bussola impazzita delle ingiustizie del Mondo. Chi vive in Palestina deve elemosinare l'acqua. Una condizione alla quale sono costretti non solo i "pericolosi" uomini, ma anche le donne, i bambini e gli anziani. E così per la luce, l'energia che viene staccata, che viene a mancare. I palestinesi non hanno molta attenzione dai media internazionali, pochissima dalla nostra informazione.
Rappresentare la drammatica situazione di quel popolo non è comodo per chi tiene soprattutto ad una buona gestione di rapporti importanti, potenti e utili. Raccontare il sorriso incredibile di un bambino in un contesto da inferno, o il pianto della mamma si Saad o quella di Aws non porta granché in saccoccia, anzi arreca danno alle carriere compiute e a quelle che si sognano la notte. Limitiamoci a raccontare il calendario del terrore. limitiamoci pure a questo, ma ci toccherà piangere, maledire e odiare se il terrore ritorna. Non è questa la vita che il Dio unico degli uomini sognava per gli uomini..
(Globalist)
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