Siria, quei ragazzi venuti da mezzo mondo a combattere l'Isis...
Formano l'International Freedom Battalion e vengono da tanti Paesi diversi. Come Ayse, il "cappuccio rosso" di "Kobane Calling", uccisa vicino a Raqqa.
di FABIO TONACCIIn testa hanno un mito, vecchio di quasi cento anni. Quello dei volontari stranieri che nel 1936 andarono a combattere in Spagna a fianco dell'esercito repubblicano contro i fascisti di Francisco Franco. Le brigate internazionali comuniste, un pezzo di storia della sinistra e del Novecento. La Siria del Nord ricorda un po' quella Spagna. Cambiano gli attori in campo, non le passioni. Il nemico ora si chiama Califfato, la capitale da riconquistare Raqqa, l'esercito da sostenere lo Ypg (Unità curde di protezione popolare). Ora, come allora, una lotta sanguinosa che attira ideali, idealisti e ideologie. Anche dall'Italia.
La ragazza con la sciarpa rossa, come viene ricordata la turca Ayse Deniz Karacagil che aveva 24 anni e il nome di battaglia Destan Temmuz, faceva parte dell'International Freedom Battalion ed è stata uccisa dall'Isis nei dintorni di Raqqa. Chi sono questi ragazzi che sparano e muoiono su una terra a volte lontana migliaia di chilometri da casa?
L'International Freedom Battalion è nato nel 2015 ed è legato a doppio filo al MLKP, il Partito marxista leninista turco che il governo di Ankara considera tra i movimenti terroristi anche per i contatti con il PKK. Ayse era entrata nelle unità armate dell'MLKP durante la campagna per riconquistare Kobane, occupata nel 2014 dalle milizie nere dello Stato Islamico. Solo di recente si era spostata sul fronte caldo di Raqqa, stretta in un assedio che va avanti, lentamente, da mesi.
Secondo la stima più attendibile, il battaglione degli internazionali conta circa 200 combattenti: inglesi, tedeschi, turchi, cinesi, greci, spagnoli, albanesi e altre nazionalità. E' diviso in gruppi, a seconda della lingua e della provenienza.
C'è una foto scattata il 9 maggio, in cui un manipolo di ragazzi col volto coperto è in posa davanti a un avamposto: vi si riconoscono i simboli e le effigi dei francesi di "Nantes Révoltée" e "Blocus Paris", del "Movimento antifascista di Manchester" (indicato col numero 161, il prefisso telefonico della città inglese), del gruppo "London Antifascist", del Contingente internazionale degli anarchici. Non solo.
Del battaglione fanno parte anche gli spagnoli di "Reconstrucciòn Comunista", di ideologia marxista-leninista, i comunisti anarchici greci dell'"Unione rivoluzionaria per la solidarietà internazionalista", gli irlandesi della "Brigata Bob Crow", che prende il nome da un sindacalista socialista morto tre anni fa, e i maoisti francesi della "Brigata Henry Krasucki". "Siamo un'unità militare che opera sotto il comando dello Ypg/Ypj, siamo comunisti, socialisti, anarchici, lavoriamo e combattiamo insieme per difendere ed estendere la rivoluzione del Rojava (l'area dei curdi nel nord della Siria, ndr) e promuovere la solidarietà internazionale", si legge sulla pagina Facebook del battaglione.
Non tutti però approvano il loro impiego. Alcuni analisti militari, infatti, sostengono che i volontari internazionali possano diventare un punto di debolezza del fronte anti Isis, perché "troppo ideologizzati" e minacciosi nei confronti della Turchia, dunque "destabilizzanti" in un'area che è una polveriera, dove si muovono e prosperano decine di fazioni contrapposte.
Ci sono anche alcuni italiani, impegnati contro l'Isis sul fronte siriano. Attorno al senegallese Karim Franceschi, 28 anni, il primo italiano ad arruolarsi con lo Ypg nel gennaio 2015, è nato nel dicembre scorso l'Antifascist international tabur, una brigata composta anch'essa da combattenti non siriani e di ideologia antifascista. Nel nucleo originario c'erano, oltre a Franceschi e altri tre italiani, uno spagnolo e un americano. Adesso che il tabur conta circa una trentina di combattenti, gli italiani rimasti sono due, gli altri sono tornati in Italia.
L'Antifascist international tabur era in prima linea, il mese scorso, nell'operazione lanciata dalle
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