Trump valuta un’azione militare in Siria dopo l’attacco con armi chimiche...




E sulla Corea del Nord: «Sono pronto ad agire da solo»



Il presidente degli Stati uniti, Donald Trump, sta considerando l’ipotesi di un’azione militare in Siria in risposta all’attacco chimico di martedì . Lo ha detto lo stesso presidente a membri del Congresso. A riportarlo è la Cnn, citando una fonte bene informata secondo la quale, però, Trump non ha ancora deciso, e sta discutendo delle possibili azioni con il capo del Pentagono, James Mattis. A oltre due giorni dall’attacco chimico che ha colpito Khan Sheikhoun, nella provincia nordoccidentale di Idlib, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu non ha ancora messo al voto una risoluzione di condanna, ad accelerare sono gli Stati Uniti: “Confidiamo in un voto oggi”, ha detto un portavoce della missione Usa presso l’Onu. Martedì sera Stati Uniti, Francia e Regno Unito avevano fatto circolare una bozza di risoluzione di condanna, che però ha incontrato la ferma opposizione della Russia, che difende a tutto campo Bashar Assad.  

Ore dopo la diffusione dell’ipotesi di intervento militare, Trump ne ha parlato apertamente conversando con i giornalisti: «Qualcosa dovrebbe accadere con Assad» spiegando che potrebbe presto parlarne col presidente russo Vladimir Putin.  

Trump: pronto ad agire da solo in Corea del Nord  
In attesa di maggiori approfondimenti sulle strategie militari in Siria, Trump ha parlato anche della Corea del Nord dicendosi «Pronto ad agire da solo». Il presidente americano ne ha parlato con i giornalisti a bordo dell’AirForceOne che lo portava in Florida per l’incontro con il leader cinese Xi Jinping.  

Merkel: attacco barbaro, si apra un’indagine  
Sull’attacco chimico in Siria (e sulle conseguenze politiche) è intervenuta in giornata anche la cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui la mancata approvazione di una risoluzione Onu è una «vergogna». Senza nominare direttamente Mosca, ha poi aggiunto che chi lo ha impedito deve assumersene la responsabilità. «È stato un attacco barbaro sulla quale bisogna assolutamente aprire una indagine», ha detto ancora la cancelliera, secondo la quale vi sono sfortunatamente indicazioni che l’attacco sia stato perpetrato dal regime di Bashar al Assad.

«Dal presidente Donald Trump ci aspettiamo fatti, non parole»  
In un’intervista al Washington Post il capo dell’Alto comitato per i negoziati dell’opposizione siriana, Riad Hijab, che era a Washington nelle ore della strage di Khan Sheikhoun, chiede «fatti, non parole»: «Vogliamo fatti per proteggere i civili siriani e per proteggere l’intera regione e anche il popolo americano - ha detto Hijab - Questa è una sfida per il presidente Trump di fronte al popolo americano e al mondo intero».  
«Queste armi vanno distrutte - ha detto Hijab, che è stato primo ministro del governo di Damasco dal giugno all’agosto 2012 - I velivoli e le piste devono essere distrutti. Vanno distrutte tutte le armi che stanno uccidendo il popolo siriano». Non solo, secondo l’opposizione l’Amministrazione Trump deve anche trovare un modo per superare il “blocco” russo al Consiglio di Sicurezza e gli Usa devono sostenere un processo politico che porti all’insediamento di un governo transitorio, a una Siria senza Assad. 

Erdogan a Trump: intervenga contro Assad, noi siamo pronti  
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato il proprio omologo americano Donald Trump «a non far cadere nel vuoto» la condanna espressa nei confronti del regime del presidente siriano Bashar Assad dopo l’attacco con armi chimiche a Idlib di due giorni fa e ad «intervenire concretamente»
«Dia un seguito alle sue parole, la Turchia è pronta a fare la propria porta e assumersi le proprie responsabilità». 
Erdogan ha ribadito che la medesima proposta la aveva fatta anche all’ex inquilino della Casa Bianca Barack Obama, ma che ora si attende «una risposta diversa». 
Il presidente turco ha poi confermato che la Turchia ha inviato alle Nazioni Unite un dossier con i risultati delle autopsie dei 3 siriani morti ieri in Turchiache confermano l’utilizzo di armi chimiche, e in particolare del gas Sarin, da parte del regime di Assad, nell’attacco a Idlib dello scorso 4 aprile.  

Russia presenta una sua bozza di risoluzione all’Onu  
La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu una sua bozza di risoluzione sulla Siria contrapposta a quella di Usa, Gran Bretagna e Francia. Nel testo si chiede che «la missione di inchiesta dell’Opac e il meccanismo di inchiesta congiunto di Onu e Opac visitino al più presto il luogo del presunto incidente a Khan Shaykhun per condurre indagini su larga scala». E si chiede «a tutte le parti in Siria di permettere senza alcun ritardo un accesso libero e sicuro». 
Come riferito da fonti diplomatiche del Consiglio di Sicurezza, nel pomeriggio sono attese all’Onu altre consultazioni a porte chiuse dei Quindici...

(La Stampa Mondo)

Commenti

isabella ha detto…
L'INSANE avviarlo, i repubblicani che stanno usando questo folle che è un pezzo perfetto per loro. Ogni volta che sono in potere c'è una guerra e se non c'è? Essi provocano esso. Già hai dimenticato il motivo per cui Bush ha attaccato l'Iraq? In cerca di armi chimiche che non esistevano? Ora sono dietro di Bashar Al-Assad e che non si fermeranno finché sconfiggendo e la colpa di nuovo con le armi chimiche. Che Iside e repubblicani lottare per? E perché così tanti soldati e civili devono morire? semplice si chiama petrolio-OIL.

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