Usa, in Arkansas corsa alle esecuzioni capitali: 8 in 10 giorni ad aprile...




Lo Stato vuole portarle a termine prima della scadenza di un farmaco letale



New York, 11 mar. (askanews) – In Arkansas è corsa alle esecuzioni capitali. Il mese prossimo nello Stato americano se ne vogliono effettuare otto in 10 giorni, prima che scada un farmaco difficile da ottenere e usato insieme ad altri nelle iniezioni letali. Per questo motivo, definito da un editoriale del New York Times “tanto assurdo quanto triviale”, sono otto gli uomini che si preparano presto a morire; si trovano nel braccio della morte da due decenni.
In base a un decreto firmato dal governatore repubblicano Asa Hutchinson, le prime due pene capitali saranno eseguite il 17 aprile prossimo, altre due sono in agenda due giorni dopo, altre due il 24 aprile e l’ultima il 27. Secondo Human Rights Watch, quello che si prospetta è una “corsa grottesca” verso la morte.
Per l’organizzazione indipendente Death Penalty Information Center (Dpic), nessuno Stato ha mai messo a segno otto esecuzioni in un arco temporale così corto. Dal 1977, quando la pena capitale fu reintroddotta negli Stati Uniti dopo una decisione della Corte Suprema, soltanto il Texas ha tolto la vita a otto persone in un mese. Il solo fatto che ci siano due esecuzioni in due giorni è considerato “insolito”. Secondo Dpic, “soltanto 10 volte negli ultimi quattro anni gli Stati Usa hanno effettuato due o tre esecuzioni nello stesso giorno”. Quello che sta per accadere in Arkansas è ancora più strano se si considera che nello Stato che ha dato i natali all’ex presidente democratrico Bill Clinton non si ricorre alla pena capitale dal 2005.
“Mi piacerebbe potere estendere [la scadenza del farmaco in questione, midazolam] di mesi e anni, ma questa non è la situazione in cui mi trovo”, ha detto il governatore Hutchinson. “Non è certo che un’altro farmaco sia ottenibile”, ha aggiunto. I grandi gruppi che lo producono non vogliono fornirlo più alle carceri: il sedativo è infatti controverso. Alcuni sostengono che non sia sufficientemente potente per rendere privo di sensi il condannato a morte, che rischia di soffrire durante l’esecuzione...

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