Sioux a Washington e lo scalpo di Trump...
Battaglia degli indiani d’America negli accampamenti dell’uomo bianco. I loro ‘teeppee’ alzati di fronte allo strano ‘totem’ di pietra che chiamano obelisco, e tutti i popolo rossi -quelli che non sono stati massacrati dai coloni bianchi e dai soldati blu- pronti all’assedio della Casa dove ora abita ‘Capelli Gialli’. Vogliono che gli oleodotti Dakota Access e Keystone non attraversino i loro fiumi inquinandoli, le loro terre sacre violandole.
Il Mall trasformato in un enorme accampamento.
I Sioux in marcia a Washington: la battaglia degli indiani d’America contro la decisione dell’amministrazione Trump di riavviare la costruzione degli oleodotti Dakota Access e Keystone arriva fino alla capitale.
«Abbiamo marciato contro l’ingiustizia e continueremo la nostra protesta pacifica. Le popolazioni indigene non possono sempre essere messe da parte a vantaggio degli interessi aziendali o dei capricci del governo» ha detto Dave Archambault, rappresentante della tribù Sioux Standing Rock.
«Siamo venuti qui contro l’aggressione alle nostre risorse naturali, contro la profanazione della sacralità delle nostre terre, dove sono sepolte generazioni di nostri antenati che vi hanno vissuto cacciando i bisonti» spiega uno degli indiani in marcia.
Alcuni giorni fa era stato sgomberato l’accampamento in cui da mesi erano radunati i Sioux per protestare contro la decisione di costruire due oleodotti nelle zone considerate sacre dai nativi.
(RemoContro)
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