Marcello, ucciso dalla facilità con cui si distribuisce violenza...




L'uccisione del clochard è un vero oltraggio a Palermo che ogni giorno allarga le braccia per accogliere uomini e donne discriminati dalle logiche che dominano il mondo


Onofrio Dispenza

"Il cuore si strappa". Ho lo stesso sentimento dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice. Guardo e riguardo il film della morte atroce di Marcello, che aveva scelto le stelle per tetto e il Boccone del Povero come mensa: l'uomo nero che si avvicina al giaciglio del clochard, che gli versa addosso un intero secchio di liquido infiammabile, che dà fuoco al senza tetto. I luoghi dove tutto accade sono un concentrato di Palermo. E in una di quelle notti di marzo che qui annunciano una primavera che farà presto a vestirsi d'estate. Il convento dei Cappuccini, con le catacombe dove la morte si vede e si tocca, via dei Cipressi, strada che ricorda il primo attacco della mafia alle istituzioni.

Era il 5 maggio del 1971, il procuratore Pietro Castiglione, andato a far visita alla tomba della moglie, era risalito sull'auto blu guidata da un sottufficiale. Come ha raccontato Totò Riina, gli spararono e lo uccisero Bernardo Provenzano e un altro dei Corleonesi. Questa via Cipressi, più in là il magnifico Castello della Zisa, testimonianza di splendori lontani. I giardini che univano la città al pendio di Monreale, uno alla volta spariti. Qui, sotto un porticato che lo riparava, a due passi dalla porta che sfama poveri d'ogni età e di ogni colore, Marcello è stato ucciso dalla facilità del nostro tempo di distribuire violenza e di uccidere. Soprattutto i deboli. Ci sono le indagini in corso, c'è un'ipotesi, ci sono i primi interrogatori, da un momento all'altro ci potrebbe essere una svolta. E l'uomo nero che nel video si avvicina con un secchio colmo di liquido infiammabile, presto potrebbe avere un nome, rispondere di un delitto atroce.

L'uccisione di Marcello è un vero oltraggio a questa città che ogni giorno allarga le braccia per accogliere migliaia di uomini e donne discriminati dalle logiche che dominano il mondo; di una città che da tempo ha fatto proprie comunità arrivate dall'Estremo Oriente, e che ora con i palermitani di sempre condividono pure la fede in Santa Rosalia, la patrona. Un oltraggio per le parrocchie con le porte costantemente aperte ai più deboli. Un oltraggio a quelle realtà di volontariato, come la comunità di Biagio Conte, che accolgono e curano migliaia di uomini e donne che non avrebbero tetto, cibo e occhi generosi da incrociare.

Come la morte, la povertà è una livella che ha tutti  i colori del mondo. E le strade per la povertà oggi si sono fatte pericolosamente più facili, discese sempre più ripide che non risparmiano chi, in altri tempi, si sarebbe sentito al riparo. L'uomo nero non lo sa, ma Marcello era tanto più ricco di lui. Marcello era ed è libero. L'uomo nero no...

(Globalist)

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