Effetto Trump: due rifugiati iracheni detenuti all'aeroporto di New York...






Applicazione immediata del decreto che blocca le frontiere: altri cinque bloccati al Cairo


                                              La moglie di uno dei rifugiati iracheno bloccati a New York



Prigionieri e famiglie divise. Un capolavoro di disumanità: i primi contraccolpi dell'ordine esecutivo con cui ieri sera Donald Trump ha sospeso temporaneamente con effetti immediati tutti i rifugiati e le persone provenienti da sette Paesi a maggioranza islamica si sono subito manifestati: quelli che erano già in volo per gli Usa sono stati fermati e detenuti agli aeroporti di arrivo.
Sul decreto di Trump avvocati e gruppi per la difesa dei diritti umani stanno attivando azioni legali. 
Tra i casi segnalati dal Nyt uno riguarda due rifugiati iracheni fermati allo scalo di Ny: Hameed Khalid Darweesh, che ha lavorato per conto del governo Usa in Iraq per 10 anni e Haider Sameer Abdulkhaled Alshawi, giunto negli Stati Uniti per ricongiungersi alla moglie, che ha lavorato come contractor per gli Usa, e il giovane figlio.
Gli avvocati che li rappresentano hanno già presentato ricorso e avviato le procedure per una possibile class action. Anche vari gruppi per la difesa dei diritti umani stanno affilando le armi per una battaglia legale. 
Nel frattempo a cinque passeggeri di origine irachena e un cittadino yemenita è stato impedito di imbarcarsi su un volo dell'EgyptAir dal Cairo diretto a New York a seguito del divieto emesso dal presidente Donald Trump di ingrsso negli Stati Uniti per tutti i cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana. 
Secondo quanto riportano fonti dell'aeroporto del Cairo, i passeggeri arrivati nel gate sono stati fermati, nonostante fossero in possesso di visti validi, e imbarcati su voli diretti nei loro paesi di origine...

(Globalist)



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