IL CASO DI #STUPRO E OMICIDIO DI UNA BAMBINA DI SETTE ANNI CHE HA SCONVOLTO LA COLOMBIA...




L’efferato omicidio di una bambina colombiana di umili origini rapita e violentata da un giovane di ricca famiglia è diventato il simbolo dei soprusi subiti dagli umili





Yuliana Samboni era una bambina di sette anni che viveva in quartiere povero di Bogotà, la capitale della Colombia. Un insieme di casette con i tetti in lamiera dove vivono soprattutto operai e domestiche che lavorano nelle eleganti case del vicino quartiere, abitato invece da cittadini benestanti.
E proprio uno di questi colombiani è stato l’autore di un efferato crimine che ha commosso e indignato l’intera nazione.
Yuliana, come ogni giorno, era uscita per giocare nelle vie del quartiere. A un certo punto si è avvicinato un suv grigio e da quel momento è scomparsa, finché la polizia alcune ore dopo non ha trovato dopo il suo cadavere in uno di quei lussuosi appartamenti nei quali anche i suoi genitori lavoravano.
Aveva segni di tortura ed era stata violentata, prima di essere uccisa, probabilmente soffocata per strangolamento. L’autore del brutale omicidio, secondo la polizia, è un uomo di 38 anni proveniente da una famiglia benestante di Bogotà, con problemi di alcol e cocaina.
Persino nella Colombia segnata da anni di guerra civile tra il governo e le Farc e dalla piaga del narcotraffico, l’omicidio della bambina indigena ha suscitato l’indignazione di un’intera nazione ed è diventata anche un simbolo di rivalsa in una nazione caratterizzata da profonde divisioni sociali, tanto da spingere il presidente della Colombia a intervenire per condannare il brutale omicidio.
“Le persone come lui, con il denaro, arrivano nei nostri quartieri e credono di poter fare quello che vogliono”, ha dichiarato ai giornali locali lo zio di Yuliana. Infatti, secondo quanto riportato dalla stampa, l’uomo avrebbe cercato di utilizzare il suo denaro e le sue conoscenze per insabbiare il caso. Per le vie del quartiere sono state appese foto dell’assassino con sotto la scritta “Costruttore di case? No, demolitore di vite”.
Il giorno successivo alla notizia della morte di Yuliana, per le strade di Bogotà sono state spontaneamente organizzate veglie in ricordo della bambina. Centinaia di persone hanno acceso le candele e i social media sono stati inondati da messaggi di cordoglio con l’hastag “Siamo tutti Yuliana” e del movimento “Non una di meno”.
Il corpo di Yuliana è stato sepolto nel piccolo paese rurale di El Bolivar dal quale proveniva la sua famiglia...
(The Post Internazionale)

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