È patrimonio culturale: la Consulta boccia il divieto Corrida in Catalogna...




Ma Barcellona ribatte: "Qui la crudeltà non sarà mai consentita".




Continua il tira e molla tra la sempre più insofferente Catalogna e il centralismo statale Spagnolo. In mezzo resta la violenza crudele sui tori. 

Riaprono le arene nella regione. Dopo sei anni, la corrida, l’eterna sfida tra uomo e animale, potrà riprendere. Sarebbe il simbolo della Spagna, è nel suo Dna, non può bastare una legge regionale a spegnere gli Olè.

La Corte Costituzionale ha annullato oggi l'interdizione della corrida in Catalogna, votata nel giugno 2010 dal Parlamento di Barcellona.
La decisione è stata presa con otto voti a favore e tre contrari dalla Consulta. La Corte ha stabilito che la regolamentazione della corrida, bene culturale nazionale, è competenza dello Stato e non delle regioni. Il divieto era stato approvato dal Parlamento sulla base di una iniziativa popolare animalista.




L'interdizione della corrida, considerata una tradizione 'spagnola' era stata letta non solo come una misura in linea con le posizioni degli animalisti, ma anche come una ulteriore sfida da parte dei partiti catalanisti e indipendentisti allo Stato centrale.
La Corte Costituzionale ha però ritenuto che la decisione non poteva essere presa dal Parlamento regionale.

La corrida è stata dichiarata bene culturale e tradizionale di interesse nazionale dallo Stato spagnolo sotto il governo del premier Pp Mariano Rajoy e quindi secondo la Costituzione, rileva la Corte, è di competenza del potere centrale. La Consulta riconosce alle regioni la facoltà di regolamentare gli spettacoli taurini e di proteggere gli animali ma non di abolire la 'fiesta nacional'.
L'interdizione della corrida da parte della Catalogna aveva avuto un effetto pratico limitato in quanto era praticata ancora solo in una arena catalana, quella di Barcellona.
La decisione della Consulta ha subito provocato reazioni polemiche. Il sindaco di Barcellona, Ada Coalu, eletta con Podemos, ha affermato: "la Corte costituzionale dica quello che vuole, faremo rispettare le normative che vietano il maltrattamento degli animali"...

(Globalist)


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