I nuovi generali del Califfo oltre gli orfani di Saddam...




Isis, un esercito jihadista con la spina dorsale sunnita irachena formata dal vecchio despota Saddam Hussein fatto dagli americani martire. Il califfato in crisi di arruolamenti ora cerca di pluralizzarsi nei suoi vertici militari. Il nuovo Ministro della Difesa dello Stato Islamico è un ex generale della Guardia Repubblicana irachena, ma arrivano i primi generali emigrati. E la strana storia dell’ex capo dei servizi segreti Isis fatto fuori non dagli americani ma in una faida interna.



Il nuovo Ministro della Difesa dello Stato Islamico è un ex generale della Guardia Repubblicana irachena, il corpo d’elite dell’esercito di Baghdad all’epoca del defunto Saddam Hussein. Si chiama Yassin Salamah al-Muadithi, noto anche come “Abu Taha”, e succede ad Abu Omar al Shshani, “il Ceceno”, ucciso in un raid aereo nel nord-est siriano due mesi fa”. Al Muadithi -fonti di servizi segreti americani che lo stanno cercando a volo di droni- si troverebbe nella parte occidentale della provincia irachena al-Anbar, “A dirigere attacchi dei jihadisti contro le truppe governative”. In attesa di altre conferme, tutto si muove anche perché i bersagli Isis colpiti si stanno moltiplicando.
Ricambio ai vertici dell’organizzazione obbligato. Il nuovo capo del Consiglio della Shura dell’organizzazione dello Stato islamico, è un giordano, Omar Mahdi Zaydan e per la prima volta da quando è stata annunciata la sua formazione, il Califfato ha assegnato questa importante carica a un cittadino non iracheno. Citando “fonti vicine alla corrente salafita jihadista”, il sito di notizie giordano Assabeel ha annunciato la nomina di Zaydan alla leadership del Consiglio consultivo religioso dell’Is, ricordando che si tratta del “primo ‘emigrato’ ad assumere questa carica”. Zaydan, il cui nome di battaglia è Abul Mundhir al-Saliti, è noto “per la sua veemenza”, hanno aggiunto le fonti.
Un integralista ancora più integralista che sembra inseguire adesioni in crisi. L’ascesa di un giordano ai vertici dell’Is non appare comunque una scelta politica casuale. Le elezioni parlamentari di martedì scorso nel regno hascemita a cui ha partecipato incassando consensi, anche il Fronte d’azione islamica, il braccio politico dei Fratelli Musulmani, che aveva boicottato il voto del 2010. Peggio, i numerosi episodi di violenza a sfondo religioso, culminati domenica con l’omicidio dello scrittore cristiano Nahed Hattar, accusato di blasfemia per alcune vignette satiriche. E l’Isis guerriera fa politica nei Paesi confinanti, quasi a crearsi utili via di fuga per il domani.
Come emerge da un organigramma diffuso dai siti web considerati vicini all’Is, la maggioranza assoluta dei vertici dell’organizzazione resta irachena, con qualche eccezione tra cui il giordano Zaydan e il nuovo comandante militare, il tagiko Gulmurod Khalimov, ex comandante delle forze speciali di polizia ‘Omon’ in Tajikistan. Nessun riferimento alla nomina di un nuovo portavoce al posto di Abu Muhammad al-Adnani, capo dell’intelligence Isis, morto in circostanze oscure in Siria a fine agosto. Secondo una versione dei fatti che circola nel mondo jihadista, Adnani non sarebbe stato ucciso dai raid aerei della Coalizione ma per una faida interna dal siriano Ali Mousa al-Shawakh ‘Abu Luqman’, scelto ora come responsabile dell’integrazione degli emigrati.
Non esattamente un giro di fratelli ispirati al ‘supremo valore della guerra santa’...

(RemoContro)

Commenti

AIUTIAMO I BAMBINI DELLA SCUOLA DI AL HIKMA

Post più popolari

facebook