Giornata di follia a Johannesburg: università in rivolta...




Scontri tra polizia e studenti contro l'aumento dei costi dell’istruzione universitaria in Sudafrica.


                                             Un manifestante in sudafrica, AFP / Marco Longari



Vanno avanti da settimane le proteste contro i costi dell’istruzione universitaria in Sudafrica. A Johannesburg si è conclusa con una giornata folle, che è solo l'ultimo giorno di una serie segnata da un'irrequietezza crescente. Gli studenti sudafricani  manifestano contro l'aumento delle tasse universitarie.


Come scrive Africa news: gli studenti sono scesi in piazza tre settimane fa per protestare contro la proposta del governo di aumentare dell’otto per cento le rette universitarie (il provvedimento dell’anno scorso, poi bloccato dal presidente, le avrebbe viste incrementare di dieci punti). 

Nei fatti, la protesta nasce da un più profondo sentimento di disillusione nei confronti dell’African national congress (Anc). I manifestanti hanno ricordato in questi giorni come la prima forza politica del paese sia salita al potere nel 1994 con la promessa di rendere l’istruzione gratuita per tutti.


Dall’altra parte, però, le difficoltà economiche del paese – provocate soprattutto dal crollo del prezzo delle materie prime – e una gestione non sempre oculata e trasparente dei fondi pubblici hanno impedito all’amministrazione di rispettare i patti e hanno anzi acuito la distanza con i giovani. Un segnale di crisi, in questo senso, è costituito dalle elezioni amministrative del 3 agosto scorso, a seguito delle quali l’Anc ha perso alcuni dei più importanti distretti del paese (compresi quelli della capitale e di Johannesburg), alcuni dei quali considerati sue storiche roccaforti.


Un altro segnale non positivo è rappresentato nelle ultime settimane dalla chiusura di oltre metà degli atenei del paese e dai duri scontri tra studenti e forze di polizia, provocati secondo le autorità da giovani facinorosi che, per dirla con le parole dello stesso Zuma, rischiano di “mettere in pericolo il futuro di una generazione”.



I manifestanti, tuttavia, hanno promesso oggi che continueranno a protestare e, dunque, a tenere sospese le lezioni universitarie. Il governo ha ammesso di non potersi permettere un’istruzione gratuita per tutta, ma ha promesso assistenza agli studenti più disagiati. Promessa che, però, non basta: i leader della protesta chiedono che la proposta di aumento delle rette venga ritirata dall’esecutivo. La notizia più cattiva per Jacob Zuma è però che le proteste degli studenti sembrano aver riacceso il dissenso all’Anc. Un gruppo di veterani del partito ha firmato una dichiarazione che chiede le dimissioni del presidente"...

(Globalist)

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