Siriaq, verso la sconfitta Isis ed è subito questione curda...




QUALI ASSETTI TERRITORIALI DOPO LA SCONFITTA DELL’ISIS –
Più segnali e tutti inquietanti. “Curdi siriani scappano dai bombardamenti dell’esercito di Assad su Al Hasaka, nel nordest della Siria”. Secondo Mosca la tregua in Siria nelle ultime 24 ore è stata violata sei volte nella regione di Damasco e una volta in quella di Latakia. Jet Usa a protezione dei curdi: la sfida ad alta quota sui cieli della Siria. E i curdi iracheni avvertono Baghdad che i territori che liberano da Isis se li tengono.



Ancora lontani dall’aver risolto la follia dello Stato Islamico del Califfo Al Baghdadi nel mondo arabo, che già, sullo scenario mediorientale, si affaccia l’irrisolta questione politica del popolo curdo. Notizie a grappolo, da mettere assieme sperando di trovare la giusta chiave di lettura.
I curdi di Siria
Dalla redazione ANSA di Beirut. Fonti curde hanno accusato oggi le forze governative siriane di avere bombardato con aviazione e artiglieria aree controllate dalle forze curde che combattono l’Isis nel nord del Paese, in particolare la città di Hasaka. E’ la prima volta che un episodio del genere viene denunciato, sebbene in passato siano stati registrati sporadici scontri tra le truppe lealiste e i miliziani curdi siriani.
Il sito curdo-iracheno Rudaw riferisce che in particolare sono stati presi di mira il quartiere di Mihlaj e il bazar di Hura e che vi sono diversi morti e feriti. Il portavoce delle forze curde locali Redur Khalil ha detto all’agenzia Ap che sono state colpite aree residenziali e postazioni della polizia curda e ha aggiunto che il governo di Damasco sarà ritenuto responsabile per questi “attacchi brutali”.
Quasi battaglia aerea
Battaglia sfiorata nella zona di Hasaka: intercettori americani si levano in volo per bloccare il raid di aerei di Damasco. La battaglia sfiorata ieri, quando una coppia di aerei di Damasco ha colpito la zona di Hasaka, dove una coalizione di insorti siriani -milizie che agiscono insieme a squadre di commandos statunitensi, tra cui curdi del Ypg- conduceva una offensiva contro lo Stato islamico. La notizia sulla forse in campo è confusa e contraddittoria. Il Pentagono sostiene di avere cercato di contattare gli aggressori da terra, senza ricevere risposta.
Dopo l’inizio del bombardamento, gli intercettori Usa sono decollati a tutta velocità per bloccare il raid e la coppia di velivoli di Damasco si è allontanata prima di entrare in contatto. Adesso pattuglie di caccia americani presidiano lo spazio aereo per impedire nuovi attacchi. E il Pentagono ha lanciato un avvertimento chiaro a Damasco: “Difenderemo le truppe della nostra coalizione se verranno minacciate”. Un avviso trasmesso attraverso la Russia, visto che tra i due paesi non ci sono relazioni. E l’impressione di vpnfusi riflessi delle nuove tensioni tra Ankara e Washington.
I conti curdi in Iraq
Ora a Baghdad dove si riaccendono le tensioni tra il governo centrale dell’Iraq e la regione autonoma del Kurdistan, mentre si comincia a pensare agli assetti territoriali dopo la sconfitta dell’Isis. Il portavoce del governo del Kurdistan, Safin Dezai, ha affermato che i miliziani Peshmerga continueranno ad avanzare anche fuori degli attuali confini della regione autonoma. E che in seguito “non si ritireranno dalle aree già liberate o che libereranno in futuro” se in quelle aree c’è una presenza curda.
Baghdad chiedeva che i militari curdi, nel prossimo attacco a Mosul, lasciassero liberazione della città alle forze federali. I Peshmerga curdi, in prima linea nella lotta all’Isis dopo la rotta dell’esercito iracheno nell’estate 2014, hanno già preso il controllo di Kirkuk, da lungo tempo al centro di contese tra curdi e arabi e ricca di petrolio. La presenza del feroce nemico Isis alla disperazione per il momento frena la contese interne, e neppure troppo stando al poco che si capisce di quanto avvenuto in Siria, ma la partita del popolo curdo sparso tra Iraq, Turchia, Siria e Iran, è un conto aperto con la storia...
(RemoContro)

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