Isolazionismo suicida britannico senza più impero...




L’Economist aveva fatto la battaglia per “remain”, «Divided we fall», divisi precipitiamo. Ieri, a Brexit deciso, un lapidario «A tragic split», un tragico strappo. Sterlina a picco, bilancia dei conti correnti a -146,9 miliardi di dollari. Regalo al sistema italiano, “export oriented”. Le Borse? È l’ora della speculazione, ma poi passa. “Calma e gesso” ha […]



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L’Economist aveva fatto la battaglia per “remain”, «Divided we fall», divisi precipitiamo. Ieri, a Brexit deciso, un lapidario «A tragic split», un tragico strappo. Sterlina a picco, bilancia dei conti correnti a -146,9 miliardi di dollari. Regalo al sistema italiano, “export oriented”. Le Borse? È l’ora della speculazione, ma poi passa.

“Calma e gesso” ha detto Romano Prodi, ex presidente della Commissione UE, nel commentare la Brexit, usando un’espressione a noi cara. Per una volta siamo d’accordo con lui, anche se non gli perdoniamo di essere stato l’artefice di un “allargamento” a tappe forzate dell’Europa, manco gli avessero acceso il fuoco sotto le terga. Oggi, insomma, paghiamo il prezzo di un’Unione fatta coi piedi e tenuta assieme con lo scotch e lo spago.
Però, è altrettanto innegabile il fatto che la pezza inglese è peggiore del buco. Uscire in corsa (o quasi) dall’UE, per chiunque, è come scendere dall’aereo mentre si trova ancora in volo. Punto. Del resto possiamo parlare per i prossimi due anni, quanti cioè ne serviranno per completare la procedura affinché la Gran Bretagna ridiventi un’isola.
In tutti i sensi. La “Bibbia” (l’Economist) ha fatto una disperata battaglia per il “remain”, pubblicando una copertina che è tutta un programma, “Divided we fall”, cioè “Divisi precipitiamo”. Resta da vedere chi sprofonda di più, se l’Inghilterra o il resto del Vecchio Continente. Ma lasciamo stare le chiacchiere e andiamo ai numeri.
Gli inglesi si sono dati un bel colpo di zappone sui piedi. Non erano nell’euro, è vero, ma da adesso dovranno affrontare con le loro sole forze le perturbazioni finanziarie globali. E, infatti, la sterlina è già andata a ramengo. Non solo, ma a Londra dovranno sudare sette camicie per vendere anche un paio di mutande (o viceversa, se vi pare) nel resto dell’Europa.
La loro bilancia dei conti correnti, poi, è da scasso (-146,9 miliardi di dollari). A noi, insomma, hanno fatto un regalo. Nel senso che il sistema italiano, export oriented (+41,4 miliardi di dollari), in futuro potrebbe soffiargli un sacco di “clientes”. La loro produzione industriale calerà (da +1,8 verso zero) e la nostra salirà (da +1 a 1,5-2). Le Borse? Non fatevi impressionare. E’ l’ora della speculazione.
Non vendete, lo hanno fatto in primis le “volpi”, per impaurire polli (i piccoli) e tacchini (i risparmiatori più grossi). Tra un po’ di tempo i furbacchioni rientreranno alla grande e ricompreranno a due lire. Alla faccia della Brexit, di Cameron e dell’Unione. Il resto lo faranno la BCE e Mario Draghi. Hanno il cannone per affondare il caicco di Elisabetta II e far pentire amaramente l’Inghilterra e tutto Buckingham Palace...

(RemoContro)

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