Francesco in Armenia per le vittime del genocidio: mai dimenticare...




Il Papa al Memoriale di Tzitzernakaberd, la 'fortezza delle rondini': prego col dolore nel cuore, mai più tragedie così.



Una Papa senza tabù. Franesco è al Memoriale di Tzitzernakaberd, la "fortezza delle rondini" per rendere omaggio alle vittime del genocidio armeno. Una visita in qualche modo storica, audace, come altre del Pontefice.

Il Metz Yegher come lo chiamano gli armeni, significa molto, molto più di un genocidio. Il braciere arde perennemente circondato da dodici giganteschi monoliti di cemento reclinati sul fuoco. Tanti fiori attorno offrono una pennellata di colore, davanti a tanta oscurità che simboleggia il Male.

Francesco e il catholicos Karekin II sono accolti dal presidente Serzh Sargsyan. Il Papa depone una corona di fiori all'esterno del monumento, presente un gruppo di bambini con cartelli dei martiri del 1915. Poi il momento di preghiera nella camera della fiamma perenne. Sulla terrazza del museo il Papa incontra una decina di discendenti dei sopravvissuti, salvati e ospitati a Castel Gandolfo da Benedetto XV.



La parola “genocidio” che Francesco ha utilizzato ieri, a sorpresa, nel palazzo presidenziale, parlando a braccio, è stata commentata dalla stampa internazionale. I giornali turchi, in particolare, hanno messo in rilievo che il Papa la ha "utilizzata nuovamente" dopo la crisi diplomatica dell'anno scorso. Per la Turchia di Erdogan resta un tabù. Il portavoce vaticano ha spiegato che se Francesco ha usato quel termine è stato per ricordare le ferite di un popolo e sanarle, di certo non per riaprirle e rinnovarle. "Si tratta di una memoria comune per costruire riconciliazione e pace nel futuro".


Foto: Le parole scritte dal Papa sul «Libro d'onore» al Tzitzernakaberd Memorial di Yerevan



"Prego col dolore nel cuore perchè mai più vi siano tragedie come questa. Perchè l'umanità non dimentichi e sappia vincere con il bene il male.Dio conceda all'amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione.Dio custodisca la memoria del popolo armeno.La memoria non va annacquata,né dimenticata.La memoria è fonte di pace e di futuro". Sono le parole scritte dal Papa sull' albo d'oro del Memoriale del genocidio armeno,sotto l'impero ottomano,nel 1915 Ha deposto una corona di fiori davanti alla fiamma perenne e pregato. 





Davanti alla fiamma perenne, i presenti recitano il Padre Nostro ognuno nella propria lingua. Quindi il Papa e il Catholicos benedicono l'incenso. Il coro canta l'inno. Dopo le letture, in armeno e in italiano, il Papa recita la sua preghiera di intercessione: "Cristo, che incoroni i tuoi santi e adempi la volontà dei tuoi fedeli e guardi con amore e dolcezza alle tue creature, ascoltaci dai cieli della tua santità, per l'intercessione della santa Genitrice di Dio, per le suppliche di tutti i tuoi santi, e di quelli di cui oggi è la memoria. Ascoltaci, Signore, e abbi pietà, perdonaci, espia e rimetti i nostri peccati. Rendici degni di glorificarti, con sentimenti di grazie, insieme al Padre e allo Spirito santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen". Di nuovo la recita del Padre Nostro ognuno nella propria lingua. Quindi, lungo il percorso verso il giardino, prima dell'incontro con i discendenti dei sopravvissuti, il Papa benedice e innaffia un albero a memoria della visita. Prima di congedarsi, la firma del Libro d'Onore.

"Qui prego, col dolore nel cuore, perché non vi siano più tragedie come questa, perché l'umanità non dimentichi, sappia vincere con il bene il male. Dio conceda all'amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione. Dio custodisca la memoria del popolo armeno, la memoria non va annacquata né dimenticata, la memoria è fonte di pace e di futuro". Sono le parole vergate di pugno dal Papa sul Libro d'Onore del Memoriale del genocidio armeno, da lui firmato al termine della visita.

(Globalist)

Commenti

AIUTIAMO I BAMBINI DELLA SCUOLA DI AL HIKMA

Post più popolari

facebook