Migranti, gli occhi della piccola Favour irrompono sul tavolo del G7. Asse Renzi-Juncker per un segnale globale all'emergenza migranti...
Pietro Salvatori
"Se prendi e fai vedere l'immagine di una bimba di nove mesi che non ha più la mamma e del medico che le ha salvata la vita e si preoccupa del dopo chiedendo l'affido, non è una questione di numeri. C'è una dimensione umana. È una vicenda che ti tocca nel profondo". È quasi notte in Giappone quando Matteo Renzi prende la parola per la conferenza stampa di rito a margine del G7.
E dall'altra parte del mondo, sulle rive di casa nostra, arriva sul tavolo dei potenti della terra l'immagine della piccola Favour. La mamma non c'e l'ha fatta, consegnando la bimba nigeriana di nove mesi al mondo nuovo. Sola. Una storia tristissima, ma anche felice. Una piccola goccia che risplende in un mare di disperazione. Solo negli ultimi due giorni nel canale di Sicilia si contano oltre cento dispersi. Due i barconi con centinaia di persone a bordo ribaltati in mezzo al Mediterraneo, oltre 4.000 le persone soccorse in mare nella sola giornata di giovedì.
Se da un lato la freddezza dei numeri ci consegna un flusso lievemente ridotto rispetto all'anno scorso, il solo accordo con la Turchia non è bastato ad allontanare lo spettro di un'ennesima estate di emergenza umanitaria. E una delle giornate più complicate su questo fronte, avvisaglia di quel che potrebbe accadere nei prossimi mesi, è coincisa con la riunione dei potenti nella terra del Sol levante, dall'altra parte del mondo.
Matteo Renzi era arrivato in terra nipponica già determinato a portare "gli occhi dei bambini di Idomeni" e le foto dei soccorsi in mare sul tavolo dei big, per chiedere con forza un impegno sul migration compact che travalichi i confini della sola Unione europea, con la convinzione che quella dei migranti è una crisi globale, e che in quanto tale va affrontata globalmente. Mettendo sul piatto anche la scelta simbolica di Taormina come sede del G7 dell'anno prossimo, una meravigliosa terrazza affacciata sulle terre da cui partono i migranti.
Partendo proprio dalla constatazione che la storia della piccola Favour (che adesso "sorride, mangia latte con biscotti sciolti dentro e gioca con i peluche", racconta l'Ansa) sia il paradigma inaccettabile di altre mille storie, che non debbono più ripetersi. Su questo il premier ha giocato di sponda con Juncker e Tusk, creando un pacchetto di mischia che ha puntato a chiedere un segnale preciso del coinvolgimento di tutti i partner mondiali nell'assistenza finanziaria ai paesi di partenza dei migranti e nel ricollocamento di chi approda sulle coste europee.
"Senza un piano come il Migration Compact non vinceremo mai - ha detto chiaro e tondo il premier - l'Italia lo ha scritto, l'Ue l'ha incoraggiato e il G7 lo ha appoggiato, ha condiviso il percorso". Dal Giappone filtra che effettivamente nelle discussioni riservate del summit il piano europeo a forte matrice italiana ha avuto un'accoglienza positiva. E se nessuna decisione operativa è attesa - anche perché il format dell'incontro non lo prevede - una convergenza "d'indirizzo" sul piano euro-italiano sarebbe importante...
(L'Huffington Post)
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