Al grido di "siamo in America" strappa il velo islamico a una donna: condannato...
L'uono si è dichiarato colpevole per aver ostacolato l'esercizio della libertà religiosa. Rischia fino un anno e 100 mila dollari di multa
Magari Trump non sarà contento, lui che i musulmani li vorrebbe lontano dagli Stati Uniti. Ma al momento in America le religioni vanno rispettate.
E infatti si è dichiarato colpevole per aver ostacolato l'esercizio della libertà religiosa l'uomo che lo scorso dicembre strappò, gridando "toglitelo, questa è l'America", lo hijab, il velo islamico, ad una donna che viaggiava accanto a lui su un aereo in volo tra Chicago e Albuquerque. Gill Parker Payne, il 37enne della North Carolina protagonista, si è presentato di fronte ad un giudice dopo aver patteggiato con i procuratori federali ed ora aspetta la sentenza rischiando, come massimo della pena, un anno di prigione ed una multa fino a 100mila dollari.
"Perché ho rimosso con la forza il velo di K. A. - ha detto l'uomo che ha usato solo le iniziali della donna aggredita - ammetto che gli Stati Uniti possono provare senza ragionevole dubbio che io ho intenzionalmente ostacolato il libero esercizio delle sue convinzioni religiose".
Sul caso è intervenuta Vanita Gupta, a capo della divisione del dipartimento di Giustizia che si occupa della tutela dei diritti civili: "non importa quale fede, tutti gli americani hanno il diritto di esercitare pacificamente la propria religione senza temere discriminazioni o violenze"...
"Perché ho rimosso con la forza il velo di K. A. - ha detto l'uomo che ha usato solo le iniziali della donna aggredita - ammetto che gli Stati Uniti possono provare senza ragionevole dubbio che io ho intenzionalmente ostacolato il libero esercizio delle sue convinzioni religiose".
Sul caso è intervenuta Vanita Gupta, a capo della divisione del dipartimento di Giustizia che si occupa della tutela dei diritti civili: "non importa quale fede, tutti gli americani hanno il diritto di esercitare pacificamente la propria religione senza temere discriminazioni o violenze"...
(Globalist)
Commenti